Così Damien Hirst ha realizzato il ritratto di Kate Moss per la prestigiosa copertina del nuovo numero di TAR, il magazine semestrale con sede a New York in mano a due big dell'arte e della comunicazione: Evanly Schindler, fondatore di Blackbook e Maurizio Marchiori; vero e proprio collettivo artistico internazionale.
Sulla falsariga di “The Virgin Mother”, l’enorme scultura di bronzo collocata a Burlington House su Piccadilly, alta 12 metri, raffigurante una donna incinta per metà nuda e per metà “anatomicamente” nuda, Hirst raffigura la modella per metà spogliata della sua pelle e presentata con la sua muscolatura e i tendini.
Un cortocircuito visivo di sicuro impatto ma che ha una tradizione ben più antica se pensiamo a tutta la ceroplastica anatomica la quale ha il suo “sancta sanctorum” nel museo della Specola a Firenze con la celeberrima Venere dei medici, capolavoro di scultura in cera ma nudità aperta, dalla duplice natura perturbante e sensuale.
Per chi volesse acquistare la rivista: Colette (da fonte: artsblog).
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