mercoledì 7 gennaio 2015
Sotto l'isola dei morti
sabato 16 febbraio 2013
Milo Manara - Il pittore e la modella
Ecco come nasce Milo Manara e, soprattutto, la sua passione. Il ricordo della sua prima modella - ai tempi del liceo artistico - e la voglia di saperne di più della personalità e delle vicende che hanno visto protagoniste le muse ispiratrici dei pittori. Guarda il video
Milo Manara. “Il pittore e la modella” è un libro che si può considerare anche una sorta di storia dell’arte dalla parte delle modelle. Cioè, per la prima volta si racconta la storia di queste ragazze che hanno ispirato tanti pittori. Le racconti scrivendo la loro storia ma anche disegnandole.
Soprattutto disegnandole, ma voglio precisare che non ho mai tentato di scimmiottare gli stili dei maestri a cui sono riferite le modelle, ho sempre cercato di mettere le mie ‘ragazzine’ dentro questi contesti sacri cercando anche una specie, non di ironia, ma di umanizzazione di queste figure enormi; mettendo delle figurine tratte dai fumetti al posto delle classiche modelle, proprio per una specie di ringraziamento e anche di attualizzazione della figura della modella, delle ragazze normali a cui noi dobbiamo moltissimo, almeno altrettanto di quanto dobbiamo ai maestri che le hanno ritratte.
Qual è la ‘scintilla’? Qual è la modella che ha fatto partire tutto?
Credo la mia modella, la modella che ho avuto al liceo artistico: una cara ragazza – magrolina – Susi si chiamava. Rossa di capelli, rossa anche nel pelo pubico: così c’era questa fiamma rossa in questa figurina rosa, sempre appiccicata ad una stufa di mattoni, quindi di colore arancione. Bisogna raffigurarsi visivamente l’immagine in questi stanzoni grandi di questi palazzi vecchi dove c’erano le aule del liceo artistico, con soffitti altissimi grigi e questa figurina in mezzo. Poi io ero l’unico maschio in una classe tutta femminile, c’erano sedici ragazze. Quindi la situazione era abbastanza divertente, curiosa: io ero l’unico ragazzo con sedici compagne e questa ragazza nuda…
Mi sa che da lì sono nati molti fumetti dopo!
Mi sa che sono nato io, proprio, con tutti i miei fumetti dietro.
La storia di Frine è sempre quella che ti piace in assoluto di più.
La storia di Frine è paradigmatica per tanti versi. Questa ragazza – la modella di Prassitele – probabilmente una delle più belle ragazze che siano mai esistite se guardiamo a chi l’ha ritratta, era stata accusata di prostituzione e quindi era stata portata davanti all’areopago, al giudizio, e rischiava una grossa condanna, addirittura la pena capitale. L’avvocato ha pensato bene, anziché di difenderla tradizionalmente con arringhe, di non pronunciare neanche una parola ma di spogliare questa ragazza al cospetto dei giudici, anche di veneranda età. I giudici l’hanno assolta ed hanno così stabilito che la bellezza è una virtù in sé in grado di bilanciare le eventuali mancanze di altre virtù: cioè una ragazza bella è come se fosse onesta, l’onestà non è superiore alla bellezza. E’ una sentenza molto importante che vale ancora adesso, specialmente alla televisione quando noi vediamo le ‘vallette’ – non si sa bene come chiamarle perché non sono cantanti, non sono presentatrici, non ballano, non giocano a scacchi – semplicemente si presentano con la loro bellezza e con questo si riafferma che la bellezza è una virtù sufficiente per farsi apprezzare, e per farsi assolvere.
mercoledì 8 febbraio 2012
Tim Doyle e la Springfield dei Simpson
lunedì 3 ottobre 2011
L'Arte Maivista

venerdì 5 novembre 2010
Moebius a Parigi
lunedì 22 marzo 2010
L'ultimo sogno di Paz
martedì 9 marzo 2010
Se i Simpson e i Griffin fossero umani?
Ecco delle riuscitissime riproposizioni della famiglia più famosa d’America; i personaggi vengono ridisegnati come delle persone comuni con uno stile incisivo a metà tra il grottesco e il realistico. L’artista si chiama KDLIG e sul suo sito potete trovare altre riuscitissime tavole, illustrazioni, disegni, foto e schizzi.
mercoledì 20 gennaio 2010
Yuko Shimizu
L’arte di Yuko Shimizu in una bellissima selezione di tavole che mostrano, in progressione, l’evoluzione dei disegni del maestro giapponese.
http://bibliodyssey.blogspot.com/2010/01/yukos-progression.html
venerdì 4 settembre 2009
Le “Carceri” rivisitate
La serie delle “Carceri” di Piranesi probabilmente è tra le opere più visionarie mai realizzate da uno spirito artistico, faro per i sogni romantici e decadenti di tutta la generazione ottocentesca e così suggestiva da essere ancora oggi attualissima; vetta dell’architettura utopica ma anche frutto di un’immaginazione senza limiti non ha mai cessato di ispirare gli artisti. I casi sono molti e spaziano su ogni campo; per citare i casi più vicini a noi si va dal software di costruzione Piranesi ad ambientazioni di svariati giochi, dai fumetti (il caso di Manara con “Fuga da Piranesi”) all’arte più tradizionale. In questo post volevo segnalare due esempi che ritengo per niente banali.
Il primo caso riguarda i lavori grafici di Francois Schuiten, disegnatore, scenografo e fumettista olandese, capace di ambientare le proprie storie in ambienti giganteschi ed irreali, ma tutti caratterizzati da un forte ricorso ai moduli architettonici tradizionali osservati da punti di vista capaci di trasfigurare gli spazi e le proporzioni.
In particolare l’ambientazione del suo album “La torre” del 1987 è chiaramente ispirata alla serie del nostro incisore. Racconta "la vera storia di un uomo che fatto il giro della Torre", un uomo di nome Giovanni Battista (evidente omaggio a Piranesi) nel suo viaggio alla ricerca di senso, fumetto che meriterà un post a parte.
Il secondo esempio riguarda l’opera dell’artista Emily Allchurch la cui serie “Urban chiaroscuro” riprende in maniera impeccabile le “Carceri” del Piranesi ma attraverso un riuscito processo di attualizzazione che trasporta le architetture utopiche nel nostro tempo, preda della degradazione urbana.
Gli scenari, claustrofobici ma allo stesso tempo illimitati, si offrono allo spettatore con tutti i loro dettagli come una meditazione visuale sulla vita nelle metropoli contemporanee. Ne nasce anche una inevitabile riflessione sul clima di angoscia e paura che si respira nelle città e sulla conseguente presenza prevaricante della tecnologia di sorveglianza. L’atmosfera è resa ancor più minacciosa dall’utilizzo drammatico, quasi teatrale del chiaroscuro. anche se non sono un capolavoro, come non lo sono mai le opere che riprendono dal passato, si caratterizzano per l’originalità dell’approccio.
p.s.
Questo blog ha raggiunto oggi le 10.000 pagine visitate, un traguardo mai immaginato all’inizio. Un sentito ringraziamento a tutti i lettori.