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Utagawa Toyoharu - 1770-1790 |
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lunedì 2 marzo 2015
lunedì 21 maggio 2012
Roma - Lezioni di storia dell'arte all'Auditorium
Roma. La storia dell’arte, organizzata dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Electa, è una rassegna di lezioni, giunta al secondo ciclo, che è stata inaugurata il 4 dicembre scorso dalla lezione del professor Claudio Strinati, sovrintendente speciale al Polo Museale Romano. In sei lezioni meraviglie e segreti della Città Eterna sono trattati presso la sala Sinopoli dell'Auditorium di Roma.
"A Roma le meraviglie dei luoghi svelano un universo di stili unico al mondo; passeggiare per le sue vie e le sue piazze è come sfogliare il più ricco manuale della storia dell'arte occidentale: archi e scalinate, colonne e obelischi, ville e giardini, palazzi e chiese, fontane e monumenti, riflessi della gloria di imperatori, principi e papi, testimoni del genio di artisti raccontano in filigrana storie e avventure di una Capitale. Sarebbe troppo pretendere così di imprigionare la città eterna in un unico ritratto, per esauriente e acuto che sia, se non in un insieme di segni che offrono sempre nuove possibilità di lettura. Sì è preferito dunque proporre una serie di percorsi di approfondimento, attraverso un ventaglio di lezioni affidate a studiosi italiani importanti, noti in ambito internazionale e impegnati in diversi campi della ricerca, a comporre uno straordinario mosaico di cultura: perché i cittadini siano messi nella condizione di aspirare alla bellezza, invitati ancora al piacere della scoperta, alla dolcezza del vivere. Il volto inedito della città antica e di quella moderna, espressione dell'ideologia della vittoria e del potere, appare in testimonianze di un passato remoto e prossimo. Le forme classiche di ineguagliata purezza, gli incanti e le sensuali armonie rinascimentali, il tormento e l'estasi di Michelangelo, il precipitare verso l'alto nella vertiginosa stagione del barocco ne fanno cogliere la vera anima. Di questa città perduta, inventata, risorta si sono nutriti anche gli spiriti del Novecento in provocatorie e immaginarie metamorfosi per il futuro".
Tutte le lezioni, interessantissime e aggiornate, sono disponibili anche in podcast. Di seguito vi inserisco i link di quelle che ho trovato più interessanti.
Antonio Paolucci - La cappella paolina dei palazzi apostolici
Francesco Dal Co "Vedute di Roma"
mercoledì 14 marzo 2012
Caravaggio e il paesaggio
E' cosa nota che Caravaggio non dipingesse paesaggi, preso esclusivamente dal corpo umano e dai rapporti di luce ed ombra dai quali far percepire l'irrompere del divino nella realtà. Ciononostante in alcune tele inserisce brani paesaggistici che ci raccontano di un pittore attento anche al dato naturalistico e atmosferico. Sono piccoli brani, scorci di luoghi catturati al tramonto o di notte, paesaggi “alla veneta”, con evidenti ascendenze giorgionesche di indubbia poeticità. Del resto nella famosa lettera del marchese Giustiniani sui generi della pittura, Discorso sulla pittura, il paesaggio, "Saper ritrarre una cosa grande, come una facciata, un'anticaglia, o paese vicino o lontano" sta al settimo posto su dodici. Di seguito ho estratto dalle opere questi brani per mostrarli in sequenza.
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dal Riposo durante la fuga in Egitto |
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da Il sacrificio di Isacco |
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da La conversione di Saulo (Odelscalchi) |
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da L'estasi di San Francesco |
lunedì 27 febbraio 2012
I treni nell'arte
Da quando sono apparsi sulla scena i treni sono diventati simboli del progresso e di una tecnologia proiettata verso il futuro; strumenti meccanici ammirati e osannati per la loro forza e un'intrinseca bellezza delle linee e della struttura. Il viaggio in treno è sempre un viaggio romantico, quasi avventuroso, e i paesaggi attraversati, quasi inagibili ad altri mezzi, colpiscono per la loro maestosità. Poi ci sono le stazioni, punti di scambio e di incontro, una volta catturate del fumo delle locomotive, con l'aria bassa e indistinta. Da questo link una raccolta di treni nell'arte, a partire dalla celebre locomotiva di Turner fino ad arrivare ai dinamismi di Depero e Boccioni. Tra tutte le immagini sottolineo, per l'originalità, la raccolta del grande paesaggista Carlo Bossoli; tratto dai suoi disegni venne pubblicato a Londra, nel 1853, un magnifico album, contenente 16 litografie dal titolo Views of the Railways between Turin and Genova. Riprendendo la prassi dei libri di vedute, ma analizzando un argomento poco analizzato, l'artista presenta paesaggi dove la strada ferrata si inserisce nel paesaggio fino a farne parte con spiccato senso del pittoresco.
Alle immagini aggiungo questa bellissima opera di Gaetano Previati Railroad on the Pacific del 1916
sabato 2 ottobre 2010
Roma - La magnifica visione
L'anno scorso si è svolta a palazzo Braschi la mostra Roma, la magnifica visione. Vedute panoramiche del XVIII e XIX secolo dalle collezioni del Museo di Roma. In questa occasione dall’immenso patrimonio del Museo di Roma sono state selezionate 35 opere delle quali la gran parte su carta, acqueforti, acquerelli e tempere e alcuni dipinti. La mostra sottolinea la diffusione dell’immagine di Roma, ripresa da luoghi deputati, dai quali si poteva godere di una vista unica sulla città , quali Villa Ludovisi, il Gianicolo, l’Aventino e Monte Mario. Una Roma molto diversa da come ci appare oggi, che si presentava agli occhi di artisti e di viaggiatori come una immensa e sorprendente sequenza di monumenti, percorsa dal Tevere e circondata dalla campagna.
Oltre al grande valore documentario, la mostra ha un notevole fascino. Tra le opere, la Veduta dalle pendici di Monte Mario di Giovanni Volpato del 1779, la spettacolare acquaforte con il Panorama di Roma dal Casino di Villa Ludovisi di Carl Ferdinand Sprosse (della metà dell’Ottocento), lunga più di sette metri, e il Panorama circolare del Palatino di Thomas Shew (1827). Tra i dipinti, la Veduta di Roma da Villa Malta di John Newbolt (1834) e il famoso Panorama da Monte Mario di Ippolito Caffi (1857), insieme agli acquerelli di Corrodi e alle litografie colorate di Harding.
Dall'ottimo gruppo su facebook Roma Sparita due video che ci offrono una carrellata su due panorami in particolare: il panorama di Roma dal campanile di S. Maria Nova di Rossini e la Veduta generale di Roma dal Gianicolo di Nisi-Marchetti del 1848. Sembrerà di spostarsi con lo sguardo e si osserverà una Roma "inedita" e spettacolare.
martedì 29 giugno 2010
La Girandola di Castel Sant'Angelo
Per la festa del 29 giugno dei santi Pietro e Paolo dall'anno scorso a Roma è stata ripristinata l'usanza della celebre Girandola a Castel Sant'Angelo e, anche quest'anno, ieri si è potuta ammirare in tutto il suo splendore di luci e suggestioni dall'altra parte del Tevere o da Ponte sant'Angelo, spettacolo unico nel suo genere che ricorda i fasti di un tempo della corte pontificia quando Roma appariva agli occhi del mondo una meraviglia e ogni festa, spettacolo o cerimonia, era pervasa da una forte carica di magnificenza. La "girandola", introdotta a Roma nel 1481 per celebrare il pontificato di Papa Sisto IV e poi in seguito utilizzata per celebrare le principali festività dell'anno, consiste in una cerimonia di luci, spari, mortaretti, colpi di cannone e fuochi d'artificio che arriva a durare fino ad un'ora e mezza. Fin dalla metà del Cinquecento i fuochi d’artificio, entrati nella tradizione festiva popolare italiana dal XIV secolo, assumono il carattere di evento finale di cerimonie ufficiali quali tornei, cavalcate per illustri ospiti, vittorie militari, incoronazioni del principe, canonizzazioni. La sera della vigilia della festa del Santo, la basilica di San Pietro viene ricoperta da lanterne e fiaccole disposte in modo da esaltarne la bellezza e le forme. E’ una visione che, in un mondo dove il buio della notte non è stato ancora annullato da una potente illuminazione pubblica (solo nel 1856 la città viene dotata dell’impianto a gas), nessun romano e nessuno degli innumerevoli stranieri presenti nella città vuole perdersi. Contrappunto laico alla suggestiva luminaria di San Pietro è la girandola di Castel Sant’Angelo. La prima girandola fu probabilmente eseguita già nel 1481 per l’anniversario della salita al soglio pontificio di Sisto IV. Ne seguirono per l’incoronazione dei papi, per i loro compleanni, per le venute dei principi e in occasione della festa dei santi Pietro e Paolo. Nel 1851 la girandola viene trasferita sul piazzale del Pincio.
Sarebbe comunque riduttivo definire la Girandola un semplice fuoco d’artificio. Questo grandioso spettacolo pirotecnico era ottenuto grazie a enormi macchinari sistemati sulla sommità del Castello: attraverso l’accensione di razzi, bengala ed altri fuochi artificiali si generavano disegni fantastici, che avvolgevano il castello. Al disegno delle macchine per le girandole di Castel Sant’ Angelo si applicarono i più grandi artisti del tempo: da Michelangelo al Bernini, da Vanvitelli al Fuga. Era un vanto da mostrare all’intera Europa per l’ingegno, l’architettura e i colori che i “mastri” addetti segretamente e sotto giuramento si tramandavano nel tempo. Scopro dal sito del Mibac come dietro lo spettacolo pirotecnico vi fosse una complessa simbologia e che tutto (dai disegni, ai colori, agli effetti) fosse minuziosamente studiato; circolavano già dal '400 trattati sull'arte pirotecnica e da questi manuali si ricavano anche miscele dimenticate nel tempo che in parte, oggi, vengono riscoperte: il LICOPODIO, una spora di una pianta che cresce nelle remote foreste degli Urali e in alcune zone delle Alpi, che opportunamente trattata crea degli effetti straordinari; oppure la LAMINARIA, un‟alga che ci arriva da una baia dell‟Irlanda del Nord, una baia che sembra incantata, come da incanto sono gli effetti che quest‟alga produce dietro una complessa manipolazione; o ancora il DITTAMO, arbusto che cresce anche da noi; tra le varie curiosità vi è anche un insalata la SARNICOLA, che cresce in prossimità del mare su terreni e rocce ricchi di salinità, ottima da assaporare con aceto e olio di oliva, ma che bruciata genera dei sali che solo noi sappiamo come usare, e che un tempo erano utilizzati dai mastri vetrai di Venezia. (articolo sulla Girandola e l'arte pirotecnica).
In basso una galleria con alcune suggestive vedute notturne di Roma con l'evento della Girandola. Se volete, anche un modo per festeggiare le 50.000 visite di questo blog, un risultato inaspettato poco più di un anno fa quando ho iniziato ad inserire "suggestione d'arte". Un ringraziamento, pertanto, va a tutti i lettori, occasionali o meno.
domenica 16 maggio 2010
La veduta di Roma nell'era 2.0
Dove è finita la grande tradizione del vedutismo, e in particolare delle vedute di Roma, nell'era del 3D e di internet? A portare avanti questo genere, incredibilmente, ci pensa un videogioco, Assassin's Creed, e il celebre Google Street View. Il percorso sembra andare così dall'incisione alla pittura alla fotografia a internet; da Piranesi a Panini alle tecnologie digitali, con esiti anche non propriamente filologici.
Da una parte Google Street View che ha rivoluzionato la percezione e la "visibilità" dei luoghi, privandoli della loro aura, e rendendo accessibile e visualizzabile ogni angolo delle nostre città.
Dall'altra il celebre gioco Assassin's Creed II, ambientato durante il Rinascimento, che presenta suggestive ambientazioni nelle città dell'epoca. Il gioco è ambientato a Firenze, Monteriggioni, Venezia, Forlì, San Gimignano mentre si può visitare: la Basilica di Santa Croce, il Ponte Vecchio, il Palazzo Vecchio, la Basilica di Santa Maria Novella, l'Ospedale degli Innocenti, la Basilica di San Marco, il Canal Grande, il Piccolo Canale e il Ponte di Rialto (all'epoca ancora in costruzione), il Palazzo De Medici a Firenze, la chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia e l'Arsenale di Venezia, Santa Maria Gloriosa dei Frari; tutte perfettamente ricostruite. Una parte del gioco è ambientata anche a Roma e nei palazzi Vaticani anche se, in questo caso, la ricostruzione non appare per nulla filologica.
E che dire dei molteplici errori urbanistici di quest'ultima veduta? Senza la spina di borgo addirittura hanno fatto diventare via della Conciliazione una sorta di infinita scalinata.
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