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martedì 18 maggio 2010

Yayoi Kusama e Mitch Trale


Yayoi Kusama nasce a Matsumoto nel 1929. Studia la pittura Nihonga, uno stile di grande rigore formale. Nel 1958 si trasferisce a New York attirata dal potenziale sperimentale della scena artistica dell’epoca. Nel 1959 ella crea i suoi primi lavori della serie Infinity Net, ovvero delle grandi tele lunghe quasi una decina di metri. Negli anni ’60 si dedica all’elaborazione di nuove opere d’arte, come per esempio Accumulatium o Sex Obsession. A partire dal 1967 Kusama realizza numerose perfomance provocatorie e osè dipingendo con dei puà i corpi dei partecipanti oppure facendoli “entrare” nelle sue opere. Ritorna in Giappone durante i primi anni ’70 dove inizia a scrivere poesie e romanzi surreali. Recentemente l’artista continua a rappresentare l’infinito attraverso sculture a tutto tondo e sale accessibili ai visitatori. Nel 1993 produce per la Biennale di Venezia un’abbagliante sala degli specchi con inserite delle zucche, le quali diventano un suo alter ego. Da questo momento Kusama inventa altre opere su commissione per lo più fiori giganti o piante colorate. Le sue opere sono esposte in vari musei importanti a livello mondiale in mostre permanenti, come per esempio il Museum of Modern Art di New York, Walker Art Center nel Minneapolis, al Tate Modern a Londra e al National Museum of Modern Art di Tokyo. Tutt’ora Kusama vive in una casa di cura a Londra dove lavora ancora. (fonte: Wikipedia).
Recentemente una mostra è stata allestita a Milano, al PAC, "I want to live forever"; vi si poteva vedere l'opera del 2008 "Aftermath of Obliteration of Eternity".


L'artista multimediale Mitch Trale ha realizzato tre diorami panoramici ispirati a tre celebri installazioni di Kusama; ha realizzato, praticamente, un'unica installazione virtuale, Gallant Apparatus, fruibile e navigabile da questo link http://gallantapparatus.com/. Ogni porta cela una fedele riproposizione di un'ambiente di Kusama, allucinante e psichedelico. Da non perdere anche le altre sue realizzazioni.



mercoledì 18 novembre 2009

Arte e facebook: vivo

Nato, o meglio diffusosi un nuovo mezzo di comunicazione, quale facebook, ed ecco una ricerca artistica e concettuale sul mezzo e sulle sue potenzialità. Alessandro Bulgini con dodici opere decide di testimoniare al Condotto C di Roma i dodici mesi di un anno di “vita” lavorativa e artistica con facebook; il titolo è “Vivo”. Lavoro assolutamente valido dal punto di vista speculativo con una giusta dose di ermetismo e sacralizzazione del mezzo (per un commento più approfondito rimando a questo bell’articolo: link).

Di seguito un’immagine e un video del suo lavoro:

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…e naturalmente potete richiedere la sua amicizia su FB per essere parte delle sue condivisioni che si limitano, di continuo, ad un’unica parola: vivo.

venerdì 2 ottobre 2009

Bacon-Babeli. La dissoluzione del corpo su Second Life

Immaginebabeli

Gazira Babeli è un'artista, performer e film-maker che vive e lavora nel mondo virtuale di Second Life, dove è nata il 31 marzo 2006. In breve tempo si è guadagnata attenzione e rispetto con le sue performance provocatorie, che indagano i temi del corpo, dello spazio e dell'identità nei mondi virtuali. Esistendo solo in Second Life, Gazira Babeli concentra il proprio lavoro sulla propria identità di artista virtuale, e sulla costruzione di una personale mitologia - in linea, peraltro, con molti artisti del Novecento, da Marcel Duchamp a Yves Klein, da Joseph Beuys a Matthew Barney. Da questa ricerca nasce il trittico video Saint Gaz' Stylite e che prelude al film Gaz' of the Desert, il primo film in alta definizione interamente girato in un mondo virtuale. (Intervista).

Molti sono i suoi lavori “immaginari” o virtuali che mostrano tutta la potenzialità di Second Life nel campo dell’arte contemporanea (basti pensare a Second Front, lo storico gruppo di performer). Performance, installazioni, sculture tutte caratterizzata da un forte legame con la tradizione figurativa del ‘900 dove ogni corpo e oggetto è materia che può essere rielaborata e manipolata per creare nuove realtà. Libertà assoluta e manipolazione.

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In questo senso trovo geniale il suo lavoro “Avatar su tela” del 2007. Si parte da Bacon, il più estremo utilizzatore della figura umana, e si cerca di eliminare il legame che si crea tra un soggetto e la sua immagine virtuale, ovvero l’avatar di Second Life. Proprio perchè, anche in mondi virtuali si resta attaccati e vincolati all’aspetto fisico, all’integrità del proprio secondo corpo, alla propria riconoscibilità, queste deformazioni vogliono sottolineare come nessuno è il proprio avatar. Il ricorso all’iconografia baconiana non fa che accentuare questo straniamento.

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domenica 26 luglio 2009

Desertointernet

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Dal Padiglione Internet della Biennale una collaborazione fra Milton Manetas e Rafael Rozendaal, artisti di net art. Il loro spaziohttp://desertointernet.com/ è un dominio spiazzante ed apocalittico, rilassante e suggestivo. Post-umano. Forse dopo una catastrofe mondiale anche internet sarà un luogo solitario e deserto come quello proposto qui. Fatevi un giro.

mercoledì 13 maggio 2009

Vaticano Clonato – 01.org e la Porta Santa del Net

Senza andare con la fantasia troppo oltre, senza pensare a trame, misteri, intrighi ed illuminati, il più riuscito attacco al cuore del Vaticano non è venuto da “Angeli” o “Demoni”, bensì da un gruppo italiano di net artisti nato, probabilmente, nel 1998 a Bologna. I giovani artisti sono gli italiani Eva e Franco Mattes, che hanno scelto l’arte come forma di critica sociale e si sono chiamati 0100101110101101.ORG, più semplicemente zero uno punto org.

Il loro controverso lavoro, spesso ai confini dell’illegalità, include appropriazioni e remix di famose opere di arte digitale, l’invenzione di un artista inesistente (Luther Blisset) e la creazione e diffusione di un virus informatico per la Biennale di Venezia nel 2001 (biennale.py). Il progetto al quale hanno dedicato più energie è il life_sharing (anagramma di file sharing), un sistema per condividere file che si basa sul sistema operativo della Linux: dal 2001 danno libero ed illimitato accesso a tutti i loro contenuti del computer”, ma la loro opera più famosa resta di certo vaticano.org.

Per tutto il 1999, in attesa del Giubileo, digitando su qualsiasi browser (http://www.vaticano.org), si poteva accedere ad un sito apparentemente ufficiale della Santa sede, esteticamente identico a quello ufficiale del Vaticano (www.vatican.va) ma con contenuti leggermente modificati: testi eretici, canzoni degli 883, informazioni turistiche per i pellegrini completamente sballate, errori grossolani, enclicliche rivedute e corrette, cut-up dei contenuti del sito ufficiale ma assemblati in maniera bizzarra, il tutto inserito in un contesto plausibile. Per 12 mesi milioni di persone di tutto il mondo hanno consultato il sito senza rendersi conto della clamorosa beffa, rivelata soltanto quando, allo scadere del primo anno di contratto, Network Solutions non ne ha accettato il rinnovo, rivendendo il dominio a un'associazione cattolica.

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Questa tipo “azione” si chiama cybersquatting ed è in sostanza l'utilizzo del nome di dominio da parte di un soggetto non legittimato ad usarlo ovvero la pratica di acquisizione di un dominio orientata a creare confusione o disturbo ad altri soggetti, in quanto indicazione ingannevole dell'ubicazione Internet di certi contenuti. Si registra un dominio ad hoc che presenta il nome dell'organizzazione oggetto della protesta e lo si costruisce con contenuti diversi da quelli normalmente previsti, utilizzando lo spazio per veicolare tematiche di protesta, ingannevoli e spesso irrisorie.

In questo modo, l'utente è invitato ad una riflessione conseguente allo straniamento semiotico e contenutistico, alla trasformazione di un sito nel suo opposto, al rovesciamento dei valori veicolati dal sito, alla sovversione del linguaggio. Una pratica che, seppur con mezzi contemporanei, sa molto di dadaismo (vedi immagine).

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L’esperimento è ancora visibile sulla pagina del collettivo a questo link: http://0100101110101101.org/home/vaticano.org/index.html. Vi consiglio questo assurdo viaggio in un sito inesistente ma che è rimasto attivo per un anno registrando milioni di visitatori e che considero geniale; fate attenzione ai contenuti, alle insensatezze ed ai tranelli che troverete durante la navigazione (in particolare, guarda caso, nella sezione “servizi di informazione”). Andate in pace.

lunedì 11 maggio 2009

Histrory of art for Airports

Il progetto fa parte di una serie intitolata "Storia ufficiale della Net Art"; risale al 1997 ed è stata realizzata dall’artista sloveno Cosic Vuk. Consiste in un'ironica rivisitazione della storia dell'arte attraverso l'utilizzo della segnaletica aeroportuale e urbana. Il percorso parte dalla preistoria delle grotte di Lascaux, per passare poi ad un'esilarante interpretazione della Venere di Milo e di un S. Sebastiano, omino stilizzato trafitto dalle tradizionali frecce. Si continua con la "Pietà" di Michelangelo, i "Giocatori di carte" di Cezanne e il celeberrimo "Nudo che scende le scale" di Marcel Duchamp e la lattina di Campbell Soup di Andy Warhol. A rappresentare il cinema troviamo i fratelli Lumiere con il celebre "Treno in arrivo alla Ciotat", seguito dalla cabina del teletrasporto di Star Trek e dalla scena clou di King Kong. L'opera racchiude in sè, oltre a un lodevole intento autoironico, una pungente critica della rapida storicizzazione del movimento, che era, al momento della realizzazione del sito, alle sue primissime manifestazioni.

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History

Fonte: Wikiartpedia

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