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domenica 11 novembre 2012

Digitalife 2012

La Fondazione Romaeuropa presenta la terza edizione di Digital Life con un percorso modulare che si articola in tre sedi espositive dal forte valore simbolico. Il MACRO Testaccio indagherà il rapporto tra arte visiva, arte digitale, performing arts e fotografia, centrando il suo sguardo nella quarta dimensione della creazione, in uno spazio in cui i confini fra i diversi linguaggi si dissolvono. L’EX GIL declinerà i linguaggi della creatività digitale e delle sue fertili connessioni con le tecnologie più avanzate e sperimentali. Un progetto aperto e visionario che offrirà uno sguardo spettacolare sulla classe creativa del Lazio. Focus dei talks che animeranno l’OPIFICIO TELECOM ITALIA sarà invece una visione trasversale della creatività e dei suoi fautori, in collaborazione con le realtà che fanno dell’innovazione la loro prospettiva. Installazioni multimediali, ambienti sonori, videoarte, opere interattive, talk ed eventi scandiranno il tempo che ci guida da oggi al futuro.



Digital Life 2012 - Human Connections a Roma linguaggi della creatività digitale e sperimentazione tecnologica multimediale in mostra al MACRO, Opificio Telecom, Ex Gil 15 novembre / 15 dicembre 2012. Marina Abramović, Vito Acconci, Jan Fabre, Masbedo, Paola Gandolfi alcuni dei nomi degli ospiti in programma alla mostra. Installazioni multimediali, ambienti sonori, videoarte, opere interattive, talk ed eventi faranno immaginare futuri possibili.


martedì 18 maggio 2010

Yayoi Kusama e Mitch Trale


Yayoi Kusama nasce a Matsumoto nel 1929. Studia la pittura Nihonga, uno stile di grande rigore formale. Nel 1958 si trasferisce a New York attirata dal potenziale sperimentale della scena artistica dell’epoca. Nel 1959 ella crea i suoi primi lavori della serie Infinity Net, ovvero delle grandi tele lunghe quasi una decina di metri. Negli anni ’60 si dedica all’elaborazione di nuove opere d’arte, come per esempio Accumulatium o Sex Obsession. A partire dal 1967 Kusama realizza numerose perfomance provocatorie e osè dipingendo con dei puà i corpi dei partecipanti oppure facendoli “entrare” nelle sue opere. Ritorna in Giappone durante i primi anni ’70 dove inizia a scrivere poesie e romanzi surreali. Recentemente l’artista continua a rappresentare l’infinito attraverso sculture a tutto tondo e sale accessibili ai visitatori. Nel 1993 produce per la Biennale di Venezia un’abbagliante sala degli specchi con inserite delle zucche, le quali diventano un suo alter ego. Da questo momento Kusama inventa altre opere su commissione per lo più fiori giganti o piante colorate. Le sue opere sono esposte in vari musei importanti a livello mondiale in mostre permanenti, come per esempio il Museum of Modern Art di New York, Walker Art Center nel Minneapolis, al Tate Modern a Londra e al National Museum of Modern Art di Tokyo. Tutt’ora Kusama vive in una casa di cura a Londra dove lavora ancora. (fonte: Wikipedia).
Recentemente una mostra è stata allestita a Milano, al PAC, "I want to live forever"; vi si poteva vedere l'opera del 2008 "Aftermath of Obliteration of Eternity".


L'artista multimediale Mitch Trale ha realizzato tre diorami panoramici ispirati a tre celebri installazioni di Kusama; ha realizzato, praticamente, un'unica installazione virtuale, Gallant Apparatus, fruibile e navigabile da questo link http://gallantapparatus.com/. Ogni porta cela una fedele riproposizione di un'ambiente di Kusama, allucinante e psichedelico. Da non perdere anche le altre sue realizzazioni.



giovedì 4 marzo 2010

Sakamoto-Takatani all’ex-mattatoio

Dal 3 marzo a Roma la rassegna dedicata alle contaminazioni fra tecnologia, nuovi media ed espressioni artistiche contemporanee. In anteprima dal sito di Repubblica l'installazione realizzata dal compositore giapponese Ryuichi Sakamoto e dal video artista Shiro Takatani. Digital Life inaugura il nuovo spazio pubblico per l'arte e la produzione culturale contemporanea La Pelanda, restaurato per la città dal Comune di Roma nell'area dell'ex Mattatoio a Testaccio. Da queste prime immagini un’installazione estremamente poetica ed estremamente coinvolgente per lo spettatore.

Un articolo dal Corriere della Sera

mercoledì 2 settembre 2009

Le gif animate di Jaime Martinez

La vivacità cromatica e la dinamicità sono due elementi fondamentali nelle immagini del fotografo messicano. Jaime Martinez il quale lavora principalmente in ambito editoriale (Fifi, Subterra e Rolling Stone).

Il linguaggio estetico di questo fotografo ci appare però molto più “libero” dai vincoli della fotografia di moda; lo stile è sicuramente insolito ma affascina proprio per la sua originalità. La scelta di colori vivaci e saturi si sposa bene con i contenuti delle sue fotografie; la spiccata gesticolazione, le ambientazioni “acide” e surreali rendono particolari le sue visioni.

Da vedere le affascinanti, e spesso inquietanti, Gif animate.

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giovedì 11 giugno 2009

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PINK FLOID-DIAMOND

Disassemblaggi di video, come srotolati da una bobina, con tutti i fotogrammi posti a formare un caleidoscopio di forme e colori psichedelici; è veramente un’esperienza guardare un filmato di youtube su questo sito, capace di corromperlo fino alla moltiplicazione, dando ulteriore valore estetico alla singola immagine e al complesso; se poi il video dal quale ho prelevato questi screeschot è Shine on your crazy diamond dei Pink Floid il gioco è fatto.

Giocando con le impostazioni del programma e scegliendo il video giusto non è così difficile creare immagini suggestive e surreali; anche il filmato più stupido, rimontato in questo modo, diventa solamente pura forma, contemporanea. La serialità delle immagini del resto è pop.

Link: http://yooouuutuuube.com/

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giovedì 4 giugno 2009

Ars in Ara

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Il rapido sviluppo che dei nuovi media e l’era del web 2.0; un incontro nella prestigiosa sede dell’Ara Pacis, vuole fare il punto sullo “stato dell’arte” di questo nuovo media, second life, intesa come piattaforma mediatica con un alto standard comunicativo e un ottimo terreno di sperimentazione creativa ed artistica.

Il convegno ARS in ARA: arte e comunicazione nell’era di Second Life, si svolgerà presso l’Auditorium dell’Ara Pacis, 5/6 giugno; l’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.
Ci sarà la diretta streaming a cura di 2lifecast che sarà trasmessa dal sito della Rai sul portale di rai.it.

Per tutte le informazioni e il programma: qui.

Cerveira Art Biennial

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martedì 19 maggio 2009

Minimal Porn – Minimal Killer

Il collettivo Sexyshock di Bologna, lavorando sulla stilizzazione delle immagini su una piattaforma virtuale, ha realizzato questa serie di composizioni apparentemente astratte dove vengono però rappresentati, in maniera inequivocabile, ma molto stilizzata ,dettagli di corpi che fanno sesso. Il modo di operare qui è il più classico: si interpretano le forme della realtà dandone una propria rappresentazione, in questo caso stilizzando il più possibile.

L'astrazione tipica delle linee geometriche e delle zone di colore omogeneo, così, salvaguardano l’anonimità della parte visiva, rendendo vano ogni tentativo di bollare il lavoro come osceno, ma mostrandosi tali sono dopo aver compreso i vero significato celato; un sottile svelamento dell’immagine ed una piccola riflessione sul funzionamento del nostro sistema neurale il quale, senza indicazioni, non saprebbe associare queste figure ai loro contenuti.

Come spiegano i curatori delle immagini, che giustamente definiscono Minimal Porn, per le quali è stato realizzato un sito specifico, questa è “un’idea grafica che vuole allontanarsi dal realismo fotografico proponendo un punto di vista estremo: il sesso esplicito, depurato dai suoi colori naturali diventa solo un movimento meccanico, dove la nostra fantasia (se c’è) riempirà le forme”.

Nel sito, a rendere ancora più estraniante il legame tra queste immagini e il mondo del sesso, la possibilità, nell’area “game”, di far realizzare ai visitatori, personali riempimenti cromatici delle figure.

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Lo stesso effetto surreale e spiazzante è stato riproposto nell’altro progetto Minimal Killer, nel quale, oltre alle immagini, sono presenti animazioni in flash; anche in questo caso l’omicidio è visto come una semplice alterazione dell’equilibrio delle parti geometriche e cromatiche; “La spettacolarizzazione del piacere e del dolore scompare. Quel che resta cerca di essere un ironico, a volte cinico e sottile riferimento… sottile come la lama di un rasoio o come il perizoma di una valletta!”.

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Minimal Porn Vai al sito Minimal Killer

domenica 17 maggio 2009

My personal Pollock

Come per le Teste di Picasso, segnalo un altro simpatico sito dove sperimentare velleità artistiche sulla falsariga dello stile di Pollock (quella sotto è la mia creazione)………adatto anche come anti-stress……occhio al mouse.

my pollock

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mercoledì 13 maggio 2009

Vaticano Clonato – 01.org e la Porta Santa del Net

Senza andare con la fantasia troppo oltre, senza pensare a trame, misteri, intrighi ed illuminati, il più riuscito attacco al cuore del Vaticano non è venuto da “Angeli” o “Demoni”, bensì da un gruppo italiano di net artisti nato, probabilmente, nel 1998 a Bologna. I giovani artisti sono gli italiani Eva e Franco Mattes, che hanno scelto l’arte come forma di critica sociale e si sono chiamati 0100101110101101.ORG, più semplicemente zero uno punto org.

Il loro controverso lavoro, spesso ai confini dell’illegalità, include appropriazioni e remix di famose opere di arte digitale, l’invenzione di un artista inesistente (Luther Blisset) e la creazione e diffusione di un virus informatico per la Biennale di Venezia nel 2001 (biennale.py). Il progetto al quale hanno dedicato più energie è il life_sharing (anagramma di file sharing), un sistema per condividere file che si basa sul sistema operativo della Linux: dal 2001 danno libero ed illimitato accesso a tutti i loro contenuti del computer”, ma la loro opera più famosa resta di certo vaticano.org.

Per tutto il 1999, in attesa del Giubileo, digitando su qualsiasi browser (http://www.vaticano.org), si poteva accedere ad un sito apparentemente ufficiale della Santa sede, esteticamente identico a quello ufficiale del Vaticano (www.vatican.va) ma con contenuti leggermente modificati: testi eretici, canzoni degli 883, informazioni turistiche per i pellegrini completamente sballate, errori grossolani, enclicliche rivedute e corrette, cut-up dei contenuti del sito ufficiale ma assemblati in maniera bizzarra, il tutto inserito in un contesto plausibile. Per 12 mesi milioni di persone di tutto il mondo hanno consultato il sito senza rendersi conto della clamorosa beffa, rivelata soltanto quando, allo scadere del primo anno di contratto, Network Solutions non ne ha accettato il rinnovo, rivendendo il dominio a un'associazione cattolica.

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Questa tipo “azione” si chiama cybersquatting ed è in sostanza l'utilizzo del nome di dominio da parte di un soggetto non legittimato ad usarlo ovvero la pratica di acquisizione di un dominio orientata a creare confusione o disturbo ad altri soggetti, in quanto indicazione ingannevole dell'ubicazione Internet di certi contenuti. Si registra un dominio ad hoc che presenta il nome dell'organizzazione oggetto della protesta e lo si costruisce con contenuti diversi da quelli normalmente previsti, utilizzando lo spazio per veicolare tematiche di protesta, ingannevoli e spesso irrisorie.

In questo modo, l'utente è invitato ad una riflessione conseguente allo straniamento semiotico e contenutistico, alla trasformazione di un sito nel suo opposto, al rovesciamento dei valori veicolati dal sito, alla sovversione del linguaggio. Una pratica che, seppur con mezzi contemporanei, sa molto di dadaismo (vedi immagine).

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L’esperimento è ancora visibile sulla pagina del collettivo a questo link: http://0100101110101101.org/home/vaticano.org/index.html. Vi consiglio questo assurdo viaggio in un sito inesistente ma che è rimasto attivo per un anno registrando milioni di visitatori e che considero geniale; fate attenzione ai contenuti, alle insensatezze ed ai tranelli che troverete durante la navigazione (in particolare, guarda caso, nella sezione “servizi di informazione”). Andate in pace.

lunedì 11 maggio 2009

Histrory of art for Airports

Il progetto fa parte di una serie intitolata "Storia ufficiale della Net Art"; risale al 1997 ed è stata realizzata dall’artista sloveno Cosic Vuk. Consiste in un'ironica rivisitazione della storia dell'arte attraverso l'utilizzo della segnaletica aeroportuale e urbana. Il percorso parte dalla preistoria delle grotte di Lascaux, per passare poi ad un'esilarante interpretazione della Venere di Milo e di un S. Sebastiano, omino stilizzato trafitto dalle tradizionali frecce. Si continua con la "Pietà" di Michelangelo, i "Giocatori di carte" di Cezanne e il celeberrimo "Nudo che scende le scale" di Marcel Duchamp e la lattina di Campbell Soup di Andy Warhol. A rappresentare il cinema troviamo i fratelli Lumiere con il celebre "Treno in arrivo alla Ciotat", seguito dalla cabina del teletrasporto di Star Trek e dalla scena clou di King Kong. L'opera racchiude in sè, oltre a un lodevole intento autoironico, una pungente critica della rapida storicizzazione del movimento, che era, al momento della realizzazione del sito, alle sue primissime manifestazioni.

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History

Fonte: Wikiartpedia

sabato 9 maggio 2009

Engrammi di Malinconie Urbane-Days in a day (Pierrick calvez)

'Days in a Day' è un'opera d’arte interattiva realizzata da Pierrick Calvez, Art Director e Graphic Designer indipendente che attualmente risiede e lavora a Parigi.

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Il lavoro che ha ottenuto riconoscimenti in alcuni dei più importanti eventi riguardanti l'arte ed il design applicati al web e ai nuovi media (ha vinto il Flash Festival a Parigi nel 2002, e la New York Flash Award nel 2003), è realizzato completamente in flash e permette di esplorare la giornata tipo di Mr. Brown, offrendo una serie di istantanee del percorso che ogni giorno compie nello spostarsi fra i luoghi del lavoro, del tempo libero, dei rapporti sociali dall’alba al tramonto.

Queste impressioni, engrammi appunto, consultabili seguendo il suo piccolo viaggio giornaliero, da una parte raccontano la sua vita come fossero polaroid multimediali molto suggestive e minimali (fumetti, fotografie, montaggi, animazioni digitali, film tutti interagibili) dall'altra evocano l'inquietudine ed il senso di smarrimento del protagonista che ci rimane assente; sono piccolissimi audiovisivi che parlano della sua inadeguatezza alla vita in un’X-city qualunque, un vuoto agglomerato urbano odierno.

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'Days in a Day' espone infatti una tesi semplice e molto precisa: gli esseri umani non sono adatti a vivere nel formicaio delle città moderne. "I would never have imagined to belong to an insects society" dice il protagonista senza volto che potrebbe rappresentarci tutti; “sono un primate, cosa ci faccio in un formicaio?”; prodotto senza vita di un sistema impersonale e senz’anima. L’opera, pur non cercando un impatto politico, ha comunque una valenza etica precisa nella descrizione di questa solitudine urbana dove il culto dell’individualismo porta solo alienazione e stress, dove i giorni sono tutti uguali e perciò fuori dal Tempo (Giorni in un Giorno) e dove la malinconia è la colonna sonora più forte. L'audio è molto curato, ottenuto dall'autore e da Jerome Kerriuel partendo da campionamenti di piano e di piccoli pattern ritmici che spesso sembrano suoni sospesi, senza sviluppo; molto suggestiva poi la selezione di pezzi per le singole scene.

Per chi volesse, ecco il link per questo suggestivo e minimale viaggio multimediale in una città senza nome ma che tranquillamente potrebbe appartenerci.

http://www.daysinaday.com/

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mercoledì 29 aprile 2009

Identità e dissoluzione

Anche se gli scienziati italiani nel 1924 (ignorando il lavoro di Duchamp) avevano scoperto questa particolare forma di illusione, definendola come "effetto stereo-cinetico", Duchamp era giunto da solo a questo fenomeno percettivo già nei primi anni del 1920, realizzando il suo primo set di dischi ottici nel 1923. Questi aveva capito che dalla filatura dei disegni composti come una serie di cerchi concentrici, con una rotazione sempre più veloce si riusciva a creare un modello tridimensionale della forma, anche attraverso il principio dell'occhio solo. Come poi in Ane'mic Cine'ma, 1926, l'osservazione dei dischi in rotazione mette in moto le nostre pulsionoi più remote nell'ambiguità dell'immagine-tempo dove lo sguardo cade frantumandosi in mille prospettive sempre uguali; partendo dal grado 0 della forma si arriva, nell'aumentare della velocità, a forme alternative formatesi dalla somma di tutti gli attimi dell'immagine di partenza; una piccola alchimia dello sguardo nell'ossessione del movimento. Da questo link il progetto interattivo di Vittorio Marchi e Robert Slawinski permette di rivivere l'esperienza percettiva di questi cerchi.

http://toutfait.com/rotoreliefs/roto.htm

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