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martedì 4 ottobre 2016

lunedì 23 marzo 2015

Ironie


Giorgio De Chirico e Gino De Dominicis, 1972. Fotografia di Claudio Abate.
Dalì disegna un pene su Gala firmandolo Picasso

giovedì 14 agosto 2014

Metamorfosi del toro nel 900

Due serie, una di Picasso e un'altra di Lichtenstein, testimoniano la scomposizione del toro in chiave cubista e pop. Sicuramente il secondo si è ispirato al primo ma è interessante osservare il confronto tra le due correnti.

Picasso

Lichtenstein

martedì 25 giugno 2013

Disegni inediti di Picasso in mostra a cannes

Un'intera collezione di disegni di Pablo Picasso, quasi del tutto inediti, arrivano a dare una nuova scossa al sistema dell'arte francese. La nipote dell'artitsa, Marina, ha infatti deciso di mettere in mostra la propria collezione al Centre d'Art La Mailmaison di Cannes. "C'è qualche opera - spiega la discendente del maestro spagnolo - che è stata già esposta, ma complessivamente mai. Qui c'è davvero una collezione completa".Per il museo della celebre località mediterranea si tratta di una grande occasione, e il direttore Frédéric Ballester mostra tutto il proprio entusiasmo. "Per la prima volta - racconta - abbiamo avuto il prestito di 90 opere maggiori che coprono praticamente tutto il percorso creativo di Picasso, dai primi lavori di Barcellona fino a poco prima della sua morte".Al centro di molti disegni il tema del corpo, soprattutto quello femminile, che ritorna in modi diversi in tutta la carriera di Picasso. "C'è l'erotismo, certo - conferma Marina - tipico di quel periodo vitalistico e divertente della vita di mio nonno, che non è molto conosciuto dal pubblico".Ora i turisti in Costa Azzurra hanno l'opportunità di affacciarsi su questa collezione intima di Picasso, tanto per il legame familiare, quanto per l'intensità dei temi trattati dal pennello incontenibile, e ogni riferimento psicanalitico è chiaramente voluto, del grande artista venuto dall'Andalusia.




sabato 11 febbraio 2012

Picasso di Luciano Emmer

Picasso è un documentario cortometraggio del 1954 diretto da Luciano Emmer e basato sulla vita del pittore spagnolo Pablo Picasso. In questo documentario, trasmesso da Rai Storia, si trovano molti spezzoni di quel film. Entrambe le parti sono girate a Vallauris Golfe-Juan. A Vallauris, piccola cittadina della Provenza, Picasso scopre la ceramica. Vi produce più di 4000 opere nell’Atelier du Fournas. Fa dono alla città della scultura “L’uomo con l’agnello” sulla piazza del villaggio e sceglie la cappella romanica di Vallauris per installarvi l’importante affresco “La guerra e la pace”. Ciò che più colpisce è l'intima natura del disegno, il concetto della mano come prolungamento dell'idea che, senza ripensamenti o interruzioni, riesce a delineare con impressionante sinteticità le forme e le costruzioni. Picasso, forse l'ultimo grande disegnatore della storia dell'arte, non parla mai in questi fotogrammi ma agisce creando e proprio nel gesto della creazione che si può ritrovare tutto il suo mondo. Merito, naturalmente, va dato alla sensibilità di Emmer, sempre affascinata dal mondo dell'arte, nel saper raccontare la poetica dell'artista, mai invasivo con la telecamera, attento a cogliere ogni sfumatura e azioni. Splendide le musiche di Roman Vlad. Il secondo video, invece, è la prima parte di un'altro interessante documentario realizzato per la mostra di Picasso a Salerno nel 2005 curata da Massimo Bignardi e che contiene molti spezzoni storici.




domenica 20 marzo 2011

L'artista per Picasso

Da Giovanni Papini “Il libro nero” 1951 Vallecchi Editore

VISITA A PICASSO
Antibes, 19 Febbraio

Molti anni fa avevo comprato a Parigi sei quadri di Picasso, non perché mi piacessero ma perché eran di moda ed io potevo servirmene per fare dei regali alle signore che m’invitavano a pranzo. Ma ora, trovandomi solo sulla Côte d’Azur e non sapendo come passar le giornate, m’è venuta la voglia di vedere in viso l’autore di quelle pitture. Vive qua vicino, in una villa sul mare, con una giovanissima e florida moglie. Ha, credo, sessantacinque o sessantasei anni ma è di buon sangue catalano, forte e ben formato, di bel colore e di bell’umore. S’è parlato, sulle prime, di certi comuni conoscenti ma ben presto il discorso s’è fermato sulla pittura. Pablo Picasso non è soltanto un artista felice ma anche un uomo intelligente, che non ha paura di sorridere, a tempo e a lungo, delle teorie dei suoi ammiratori.

-Voi non siete un critico né un esteta, mi ha detto, e con voi posso parlare liberamente. Da giovane, come tutti i giovani, ho avuto anch’io la religione dell’arte, della grande arte. Ma poi, col passar degli anni, mi sono accorto che l’arte, come s’intendeva fino a tutto l’Ottocento, è ormai finita, moribonda, condannata e che la cosiddetta “attività artistica”, con la sua stessa abbondanza, non è che la multiforme manifestazione della sua agonia. Gli uomini vanno sempre più disaffezionandosi di pitture, sculture e poesie, nonostante le contrarie apparenze. Gli uomini di oggi hanno messo il loro cuore in tutt’altre cose: le macchine, le scoperte scientifiche, la ricchezza, il dominio delle forze naturali e delle terre del mondo. Non sentono più l’arte come bisogno vitale, come necessità spirituale, a somiglianza di quel che in altri secoli accadeva. Molti di loro seguitano a fare gli artisti e ad occuparsi d’arte, ma per ragioni che con l’arte vera hanno poco a che vedere, cioè per spirito d’imitazione, per nostalgia della tradizione, per forza d’inerzia, per amore dell’ostentazione, del lusso, della curiosità intellettuale, per moda o per calcolo. Vivono ancora, per abitudine e snobismo, in un recente passato, ma la grande maggioranza, in alto e in basso, non ha più una sincera e calda passione per l’arte, che considera tutt’al più come spasso, svago e ornamento. A poco a poco le nuove generazioni, innamorate di meccanica e di sport, più sincere, più ciniche e più brutali, lasceranno l’arte nei musei e nelle biblioteche, come incomprensibili e inutili relitti del passato.
“ Un artista che vede chiaro in questa fine prossima, come è avvenuto a me, cosa può fare? Troppo duro partito sarebbe quello di cambiar mestiere, e pericoloso dal punto di vista alimentare. Ci sono, per lui, soltanto due strade: cercare di divertirsi e cercare di far quattrini.
“ Dal momento che l’arte non è più il cibo che alimenta i migliori, l’artista può sfogarsi a suo talento in tutti i tentativi di nuove formule, in tutti i capricci della fantasia, in tutti gli espedienti del ciarlatanismo intellettuale. Nell’arte il popolo non cerca più consolazione ed esaltazione; ma i raffinati, i ricchi, gli oziosi, i lambiccatori di quintessenze, cercano il nuovo, lo strano, l’originale, lo stravagante, lo scandaloso. Ed io, dal cubismo in poi, ho contentato questi signori e questi critici con tutte le mutevoli bizzarrie che mi son venute in testa, e meno le capivano e più mi ammiravano. A forza di spassarmela con tutti questi giochi, con queste funambolerie, con i rompicapo, i rebus e gli arabeschi, son diventato celebre abbastanza presto. E la celebrità significa, per un pittore, vendite, guadagni, fortuna, ricchezza.
E ora, come sapete, son celebre, son ricco.
Ma, quando son solo, fra me e me, non ho il coraggio di considerarmi un artista nel senso grande e antico della parola. Veri pittori furono Giotto e Tiziano, Rembrandt e Goya: io sono soltanto un amuseur public, che ha capito il suo tempo e ha sfruttato meglio che ha saputo, l’imbecillità, la vanità e la cupidigia dei suoi contemporanei. E’ un’amara confessione, la mia, più dolorosa di quel che vi possa sembrare, ma ha il merito di essere sincera.
“et après ça, ha concluso Pablo Picasso, allons boire”.

Condividete il pensiero di Picasso? L'intervista però è immaginaria, scritta dallo stesso Papini.

sabato 16 ottobre 2010

Quel genio di Picasso

La grandezza di un artista si nota maggiormente nei particolari, nelle opere minute, spesso schizzate, o estemporanee, nell'abilità nel riplasmare la realtà secondo le proprie istanze. Picasso, in questo senso, è stato un maestro indiscusso, il più grande artista del '900, in quando è riuscito a rielaborare la tradizione non smarrendo mai la tecnica, anzi potenziandola maggiormente in virtù delle sue decostruzioni. In queste due immagini (tratte dall'archivio del museo Picasso di Parigi), così, si può cogliere tutta la grandezza del suo genio. Dallo stesso album bellissime le serie di foto che testimoniamo la realizzazione di Guernica o le immagini della decostruzione del toro.

Cheval couché
Genou décoré par Picasso, 1950

sabato 5 settembre 2009

Picasso, Raffaello e la Fornarina

L’arte non è casta […] se lo fosse non sarebbe arte”. Questa frase di Pablo Picasso ci fa comprendere come l’eros sia uno dei temi e delle ossessioni nelle opere dell’artista a cominciare dal "Bordello filosofico" del 1907, più noto come “Les demoiselles d'Avignon”, per passare alle varie tauromachie.

L'eros di Picasso è un "eros mediterraneo" dalle tinte forti e dal tratto deciso che trova spesso la sua strada tra le maglie della grande pittura del passato rivisitata con un occhio alle forme ed un altro verso quella tensione inconscia verso l’erotismo e la sensualità che l’artista rintraccia nei capolavori e che trasfigura con la sua linea sensuale e vibrante, una linea continua che da forma alle cose e alle sue visioni, che scompone il corpo distorcendolo in pose acrobatiche.

Nel 1968 l’ottantasettenne Picasso è rintanato nella sua casa sulla collina di Mougins con Jacqueline. Lavora incessantemente, giorno e notte, in preda a una febbre creativa inarrestabile. Seduto al tavolo della sala da pranzo, una stanza accogliente colma di libri e di tele, incide senza tregua, sperimenta, asseconda un’urgenza espressiva dirompente che a tratti rasenta l’ossessione.
Lo fa per sei mesi; sei mesi in cui genera 347 carte che sono il racconto di una vita, la narrazione sagace ed ironica del suo immaginario erotico ed onirico. Tra queste carte le performance erotiche di Raffaello e la Fornarina, con personaggi illustri (tra cui Michelangelo ed egli stesso) in veste di occhiuti voyeur.

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E questa è l’interpretazione di Milo Manara della scena, tratta dall’album “Modelle”.

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Picasso, l'arte, le donne (Vedi).

lunedì 25 maggio 2009

Tutto Picasso

Finalmente online tutta l’opera di Picasso; il lavoro, frutto di anni di acquisizioni, è confluito nel sito on-line Picasso Project, una vero gioiello per tutti gli estimatori del più grande artista del ‘900, per gli studiosi e per chi, finalmente, potrà riuscire a quantificare, anche visivamente, tutta la sua sterminata opera che comprende, tra tele, disegni, incisioni, sculture, circa 17.300 opere. Enormità del suo genio.

Io, girando, ho finalmente trovato la sua ultima opera: un medaglione in oro 23 carati, in 20 esemplari, realizzato nei primi mesi del 1973, dal titolo Trèfle (trifoglio); opera ancor più profetica della sua imminente morte se la si vede come una singolare maschera funebre, come quelle all’uso degli antichi.

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