venerdì 2 ottobre 2009

“Siamo potenziali carcasse”. Le citazioni di Francis Bacon

 

Il modo migliore per comprendere un artista, specie se contemporaneo, è leggere le sue parole per comprendere la personale visione sull’arte. Bacon, in questo senso, fu, oltre che ottimo critico di se stesso, anche un espertissimo intenditore dell’arte antica e dei grandi maestri che apprezzava totalmente, da Rembrandt a Caravaggio a Van Gogh. In occasione dell’inaugurazione della mostra a Roma “Caravaggio-Bacon” ho pensato di inserire qualche sua frase circa l’arte del passato e la propria arte. Sintetiche ed illuminanti citazioni accompagnate ogni tanto da una personale selezione di opere. Molto più di una semplice dichiarazione di poetica.

 

“Le forme le perdi più facilmente nell’oscurità”

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“Riduco le dimensioni della tela disegnando questi rettangoli che isolano e concentrano l’immagine. Solo per vederla meglio”

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“So che per le persone religiose, per i cristiani la Crocifissione riveste un significato totalmente diverso. Ma per me, non credente, è solo un atto del comportamento umano, un modo di comportarsi nei confronti di un altro”

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“Per quanto riguarda i Papi la religione non centra assolutamente; sono piuttosto frutto di un’ossessione per le riproduzioni fotografiche del ritratto di Papa Innocenzo X di Velázquez“

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“Penso che Velázquez fosse convinto di registrare la corte dellʹepoca, di registrare certi personaggi dellʹepoca; ma un bravissimo artista dʹoggi sarebbe costretto a prendersi gioco di unʹanaloga situazione. Sa che la registrazione può essere fatta con una pellicola, dunque quel lato della sua attività è stato preso in mano da qualcun altro e lui si deve soltanto preoccupare di far emergere la sensazione attraverso l’immagine. Inoltre, credo che oggi lʹuomo si renda conto di essere qualcosa di accidentale, un essere futile, e di dover stare al gioco”

“Penso che sia il lieve distacco dal reale, che mi rituffa con maggior violenza nel reale stesso. Attraverso lʹimmagine fotografica mi ritrovo a vagare dentro allʹimmagine e a estrarne quella che ritengo sia la sua realtà più di quanto mi sia possibile semplicemente guardando a quella realtà. E le fotografie non sono solo punti di riferimento; spesso funzionano come detonatori di idee”

“Ciò che voglio fare è distorcere la cosa molto al di là dell’apparenza, ma nella distorsione stessa portarla a una registrazione dell'apparenza”

“Preferirei compiere in privato lo scempio con il quale credo di poter registrare con più chiarezza la sua realtà. È possibile, sì, è possibile. Lo capisco perfettamente. Ma mi dica, chi oggi è riuscito a registrare qualcosa, qualcosa che venga recepito come realtà, senza aver compiuto un grave scempio all’immagine”

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“Siamo potenziali carcasse”

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“Non ho mai cercato di essere orripilante”

Ho sempre aspirato a esprimermi nel modo più diretto e più crudo possibile, e forse, se una cosa viene trasmessa direttamente, la gente la trova orripilante. Perché, se dici qualcosa in modo molto diretto a una persona, questa a volte si offende, anche se quello che hai detto è un fatto. Perché la gente tende a essere offesa dai fatti, o da quella che una volta veniva chiamata verità”

“Si può dire che un grido sia un immagine di orrore, ma io ero in realtà interessato a dipingere il grido più che l’orrore. Penso che, se avessi davvero riflettuto su ciò che induce a gridare, il grido che tentavo di dipingere ne sarebbe risultato molto più efficace. In un senso, avrei dovuto essere più consapevole dell'orrore da cui nasceva il grido. Le mie immagini in realtà erano troppo astratte”

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“Beʹ, se per esempio pensa al grande autoritratto di Rembrandt di Aix‐en‐Provence, e se lo analizza vedrà che gli occhi praticamente non hanno orbite, che si tratta di un'immagine completamente anti‐illustrativa. Penso che il mistero del dato reale sia comunicato da unʹimmagine creata con segni irrazionali”

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“Penso che l’arte sia un’ ossessione per la vita e, dato che siamo esseri umani, la nostra più grande ossessione è quella per noi stessi. Secondariamente ci sono gli animali, poi i paesaggi”

“mi piace la distanza che il vetro instaura fra ciò che è stato fatto e lʹosservatore. Mi piace, per così dire, che lʹoggetto sia posto quanto più lontano possibile”

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“È curioso, ma persino i Rembrandt mi piacciono sotto vetro. Ed è esatto dire che per molti aspetti sono più difficili da vedere, ma si può sempre guardarci dentro”

“Ho fatto molti autoritratti, in realtà perché attorno a me le persone morivano come mosche e non era rimasto nessun altro da dipingere se non me stesso. Bé, ora sono però contento di dire che ho ritrovato due persone, molto attraenti, che avevo conosciuto in passato. Sono entrambe dei buonissimi soggetti. Detesto la mia faccia e ho fatto degli autoritratti perché non avevo nessun altro da ritrarre. Ma ora la smetterò di fare autoritratti”

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“non penso di avere talento. Penso solo di essere ricettivo”

“Potrei magari fare un film; potrei fare un film di tutte le immagini che mi si sono affollate nel cervello, immagini che ricordo e che non ho usato. Dopotutto, gran parte dei miei dipinti sono fatti di immagini. Non guardo mai i quadri, quasi mai. Quando vado alla National Gallery a guardare uno dei grandi dipinti che mi eccitano, non è tanto il dipinto in sé quanto il fatto che esso apre dentro di me ogni sorta di valvole di sensazione che mi rituffano nella vita con maggior violenza. Potrei fare un film ma sarebbe ancora più complicato che dipingere, perché non riuscirei mai a trovare lʹimmagine che invece posso creare dipingendo. Non so se con unʹaltra tecnica le cose mi verrebbero con la stessa facilità con cui mi vengono gettate davanti quando dipingo”

2 commenti:

  1. l'idea di spiegare la poetica di un artista tanto controverso per la storia dell'arte attraverso le sue considerazioni personali e non attraverso una teoria etichettatrice è stata una scelta molto appropriata...la legittimazione personale è molto più esaustiva di una considerazione critica di terzi. Apprezzo molto questo articolo e mi è stato di grande aiuto per capire meglio questo artista e cosa nascondono le sue ipnotiche opere.
    grazie

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  2. se vuoi, per capirlo ancora meglio puoi leggere le sue interviste, prese da David Silvester (Skira)oppure su di lui Deluze, logica della sensazione. assai difficile ma di altissimo livello.

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