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lunedì 23 marzo 2015

Ironie


Giorgio De Chirico e Gino De Dominicis, 1972. Fotografia di Claudio Abate.
Dalì disegna un pene su Gala firmandolo Picasso

giovedì 28 febbraio 2013

Dalì e Bosch

Sull'ultimo numero di Art e dossier Marco Bussagli propone questo interessante confronto tra Dalì e Bosch, già proposto in Arte ed erotismo, in cui nota alcune affinità tra la testa con l'occhio chiuso de Il grande masturbatore e un particolare dal Trittico delle delizie dell'artista fiammingo. Ecco il confronto.



venerdì 21 settembre 2012

La crocifissione di San Giovanni della Croce e Dalì

San Giovanni della Croce non è stato solo uno dei più grandi mistici cristiani ma anche un sommo artista sia come poeta che come disegnatore. Un giorno, siamo nel 1575, nella chiesa dell'Incarnazione Giovanni ha una visione. Mentre è appartato in preghiera, in un'angolo che da sul transetto, Cristo gli appare sulla Croce. Ha la testa reclinata sul petto, le braccia sostenute da pesanti chiodi, le gambe piegate sotto il peso del corpo, con un'espressione di assenso totale al sacrificio. Cessata la visione prende carta e penna e riproduce quanto ha visto. E' l'unico disegno di Giovanni che si conserva (ma non è improbabile che dovette farne altri) e unica è l'impressione che si ha guardandolo poiché il mistico prevale sul tragico. E' violento ma percorso da una grande dolcezza, la densità dei tratti, l'anatomia del corpo in contorsione, la nervosità delle linee hanno fatto credere ad un disegno miracoloso ma è normale che Giovanni abbia studiato disegno e pertanto la carica mistica aumenta la forza evocativa. Cristo è contemplato di lato e dall'alto, con uno scorcio di incredibile realismo, ed emana il senso supremo del sacrificio e della costrizione. Non è un caso che secoli dopo Dalì nel 1951, durante la sua fase di recupero della pittura rinascimentale e dell'iconografia cristiana, eseguirà un crocifisso ispirandosi proprio allo schizzo del santo accentuando la prospettiva e lo scorcio impossibile.

S. Giovanni della Croce - crocifissione

Dalì - Il Cristo di San Giovanni della Croce
L’opera fa parte della copiosa produzione pittorica di Salvador Dalì dopo il suo drammatico distacco dal movimento surrealista, voluto nel 1934 da André Breton. La grande tela è oggi conservata all’Art Gallery di Glasgow in Scozia. Ai margini della composizione un desolato paesaggio lacustre disegnato con grande precisione è popolato solo da tre figure, rese sommariamente, occupate nella poro attività di pescatori. I netti profili delle basse montagne che si stagliano contro l’orizzonte sono segnati da una luce vitrea emessa dal sole ormai al tramonto. Come una visione il cielo si apre e appare una crocifissione, colta dall’alto, che occupa la parte più ampia dello spazio, forse a ricordare che l’umanità deve necessariamente rispondere del sacrificio di Nostro Signore. La luce divina colpisce con violenza la parte superiore della grande croce e sfiora il corpo senza vita di Cristo mettendone in risalto la muscolatura; il gioco chiaroscurale è determinante sia per rendere più palpabile il miracolo che per aumentare la drammaticità consona alla scena. Salvador Dalì lo dipinse in un momento di rimeditazione del mondo cattolico, contemporaneamente alla pubblicazione del “Manifesto Mistico”, a cui l’artista affida le sue riflessioni sul delicato tema e a una serie di opere a soggetto sacro fra le quali voglio qui ricordare la crocifissione del Metropolitan di New York, datata 1954, che però propone un modulo ammanierato che rende opaca la composizione. Nonostante l’attualizzazione del tema sacro, in questo quadro Salvador Dalì mantenne rapporti con la pittura del passato: la figura vicina alla barca è desunta da “Le Nain”, mentre quella a sinistra è tratta da un disegno preparatorio di Velàzquez per la Resa di Brera.

E' questa l'opera di un artista geniale che, dopo aver vagato errante in cerca d'assoluto, alla fine confida: "Il Cielo non si trova nè in alto nè in basso, nè a destra nè a sinistra, il Cielo si trova esattamente al centro dell'uomo che ha Fede...Ora io non ho ancora la Fede e temo di morire senza Cielo".

lunedì 7 settembre 2009

“Destino” di Salvator Dalì

Volevo scrivere già da tempo questo post ma non riuscivo mai a trovare il video ottimale; con sommo piacere voglio proporvi oggi un piccolo capolavoro dell’animazione Disney inserito integralmente su youtube da un paio di mesi; si tratta di “Destino” di Salvator Dalì.

Dy Cs

La storia del cortometraggio è complicata; Walt Disney amava l’artista Dalì e lo stesso artista spagnolo definiva l’inventore del cinema d’animazione il più grande artista surreale vivente. L’idea originale del film risale 1945; il progetto doveva essere il risultato della collaborazione tra l’animatore statunitense Walt Disney e l’artista spagnolo Salvador Dalì, con le musiche eseguite dal compositore messicano Armando Dominguez.

Molto probabilmente il cortometraggio doveva essere inserito nel sequel di Fantasia, capolavoro assoluto di Walt il cui fascino misterioso, la bellezza dei disegni, l’armonia con la musica non finisce mai di colpirmi; riuscita nelle sale nel 1969 infatti riscosse un entusiasmo inaspettato per il suo stile visionario che la faceva considerare un'opera psichedelica. Il progetto prevedeva una vera e propria opera globale da far uscire a scadenze prestabilite, chiamando a realizzare i vari cortometraggi i più grandi artisti e disegnatori allora in circolazione; solo il relativo insuccesso alla prima uscita fece naufragare l'idea. I disegni e i bozzetti preparativi di Destino vennero realizzati dallo stesso Dalí in otto mesi, tra il 1945 e il 1946. Tuttavia, a causa di problemi di natura finanziaria, il progetto fu abbandonato: la Walt Disney, infatti, fu colpita da una grave crisi economica durante la Seconda Guerra Mondiale. Hench produsse un piccolo test d’animazione della durata di circa 18 secondi, nella speranza di un futuro recupero del progetto.

Nel 1999, il nipote di Walt Disney, Roy Edward Disney, mentre stava lavorando per la realizzazione di Fantasia 2000, il sequel tanto atteso, rispolverò il progetto di Destino e decise di ripristinarlo; per il completamento del cortometraggio vennero incaricati gli studios Disney di Parigi. Il film fu prodotto da Baker Bloodworth e diretto dall’animatore francese Dominique Monfrey, per la prima volta nelle vesti di regista. Un team di circa 25 animatori si diede da fare per decifrare gli storyboard criptici di Dalí ed Hench (avvalendosi anche dei diari scritti dalla moglie di Dalì, Gala). Alla fine il risultato è questo cortometraggio di circa 6 minuti in cui sono mescolati elementi di animazione classica a ritocchi apportati con la computer grafica.
Il cortometraggio non è tuttora in commercio quindi consiglio, prima che la Disney lo tolga dalla rete, di vederlo e scaricarlo.

Destino tratta di una storia d'amore in puro stile disneyano, narrando il viaggio di una ballerina attraverso un paesaggio desertico e un inquietante scenario surreale. L’alfabeto è quello classico degli oggetti dei quadri di Dalì: orologi molli, torri oscillanti, grucce, piramidi e ballerine senza testa che sembrano effettivamente le animazioni dei suoi quadri; l’interpretazione dell’artista però era stata molto diversa: per questi, infatti, il punto chiave della storia doveva essere il baseball come metafora della vita.

“Questi sette minuti di miscela di animazione ed azione in vivo, è una storia di amore senza dialoghi fra due giovani amanti, il "bat" e la palla; dovendo superare numerosi ostacoli per il loro affetto. Include immagini tipiche di Dali come occhi vestiti, orologi sciolti, formiche, il campanario di un monasterio, la torre di Babel, una parete corrosa dalle sabbie del tempo, una testa di ballerina che si trasforma in una palla, una scultura di Venus che viene alla vita come una bella donna, e due teste con corpi di tartarughe ; fra molte altre cose. Disney direbbe "Dali ha concepito per la prima volta il 'baseball' americano come una coreografia di un ballet". (fonte).

I disegni e le tele originali sono molto belli ed hanno effettivamente un che di cinematografico; ne ho inseriti alcuni:

Da_painting Dal_three

destino.dalì Dal_one

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ritrovando anche qualche riferimento alla grande arte del passato, in questo caso a Bellini

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ed ecco finalmente il corto. Buona visione.



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