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martedì 5 ottobre 2010

Ebbrezze - XXIX edizione della mostra d'arte contemporanea - Macchia d'Isernia


In occasione della XXXVII della mostra mercato vino pentro, con il patrocinio del Comune di Macchia d’Isernia, Associazione Macchi Domani, Pro-Loco Macchia d’Isernia, Melfi Solare, dal 9 al 10 ottobre 2010 la palestra comunale ospiterà la mostra EBBREZZE, curata da Tommaso Evangelista (l'evento su facebook). Esporranno gli artisti:

>> Enza Acciaro
>> Valeria Acciaro
>> Alessandra Antinucci
>> Michelino Altieri
>> Nino Barone
>> Arturo Beltrante
>> Michele Carafa
>> Cleofino Casolino
>> Lino Cianchetta
>> Salvatore Costa
>> Luciano Cristicini
>> Marcello Di Donato
>> Lucia Di Miceli
>> Fabrizio Di Salvio
>> Ferdinando Fedele
>> Walter Giancola
>> Dante Gentile Lorusso
>> Nicola Macolino
>> Antonio Marcovicchio
>> Elena Maglione
>> Antonio Pallotta
>> Sara Pellegrini
>> Antonella Peluso
>> Alessandra Peri
>> Michele Peri
>> Luca Pop Pontarelli
>> Adolfo Pretorino
>> Nazzareno Serricchio
>> Danilo Susi
>> Antonio Tramontano
>> Cristina Valerio
>> Lucio Valletta

Ebbrezze d’arte 


L’arte e il vino da sempre hanno costituito un binomio fecondo nella storia della cultura. Le civiltà del Mediterraneo, quella greca prima e romana poi, si possono giustamente definire civiltà del vino in quanto culle della tecnica della viticoltura; la bevanda, inoltre, è stata sempre carica di implicazioni religiose e culturali che, sin dalle epoche più remote, hanno portarono a una vastissima serie di raffigurazioni che raccontano di divinità, riti e feste. La mitologia ascrive a Dioniso (Libero o Bacco per i romani) la scoperta del vino mentre il suo culto, proveniente forse dalla Tracia, si afferma nell’Attica tra il VI e IV secolo a.C.; cambierà, col tempo, anche l’aspetto della stessa divinità, prima efebica e glabra, successivamente virile e barbuta in quanto connessa al culto rustico del dio, la cui presenza era evocata durante i baccanali. Nella vita quotidiana, invece, il vino è stato protagonista nei precisi rituali che scandivano le diverse fasi del banchetto –dal syndeipnon al sympoton al symposion- in quanto nel bere, rituale ma equilibrato, l’uomo di spirito esercitava la volontà alla moderazione. Se dall’ambiente classico passiamo alle Sacre Scritture notiamo come la vite abbia avuto, fra tutte le piante, un posto privilegiato mentre il vino è stato l’espressione tangibile della Divina Provvidenza; dall’Antico Testamento desumiamo inoltre come sia da ascrivere a Noè l’invenzione della viticoltura. Il patriarca, cessato il Diluvio universale, aveva piantato una vigna e, scopertone il prodotto, ne aveva bevuto tanto da ubriacarsi e giacere a terra nudo; per questo motivo era stato deriso dal figlio Cam ma coperto dagli altri figli Sem e Iafet; risvegliatosi Noè aveva maledetto Cam e la sua stirpe. Gli episodi veterotestamentali che riguardo il vino sono molteplici, dall’incontro fra Abramo e Melchisedec all’incesto delle figlie di Lot, ma è nel Nuovo Testamento che questo prodotto assume connotati completamente diversi, caricandosi di simbolismo mistico quando, durante l’Ultima Cena, il calice benedetto diventa vero sangue di Cristo, versato in remissione dei peccati, bevanda di salvezza e immagine della nuova alleanza. La storia dell’arte è piena di opere riguardanti il vino e le storie ad esso connesse, basti pensare alle molteplici raffigurazioni dell’Ultima Cena, alle raffigurazione dei miti legati a Bacco (es. Gli andrii di Tiziano) per arrivare sino alle rappresentazioni allegoriche. Nelle raffigurazioni medioevali l’uva e gli strumenti vinicoli appartengono all’Autunno, nelle nature morte dal ‘600 in poi il bicchiere di vino può rimandare all’Eucarestia, nelle scene di genere rinviare al senso del gusto, alle pericolosità del vizio e della lussuria o all’Ars amatoria (in quanto Orazio sosteneva che il vino fosse un prezioso aiuto per risolvere le situazioni nelle quali i sentimenti non fossero ancora dichiarati); il vino entra di buon diritto anche nella rappresentazione della Temperanza (diluire il vino con acqua equivale a stemperare le passioni) e della Fede (col calice liturgico). 

Conseguenza del vino, naturalmente, è l’ebbrezza, la perdita di lucidità che porta ad “uscire da se stessi”; questo stato mistico, corredato da danze sfrenate ed estatiche, fu inteso dai Greci come la possessione del dio, Dioniso. Dopo i baccanali romani, feste orgiastiche propiziatorie, sarà il codice etico del Medioevo a considerare l’ebbrezza all’origine di non pochi fra i vizi capitali, dalla lussuria all’ira alla gola, anche se già Sant’Ambrogio, nella sua opera esegetica De Noe, argomentava sulla differenza tra la cattiva e la buona ebbrezza. Se l’ubriachezza appanna la coscienza, l’ebbrezza (la sobria ebrietas) dello spirito fa aprire gli occhi alla contemplazione del Vero. Il Rinascimento riscopre la vitalità delle divinità pagane (compreso Dioniso), con i loro risvolti allegorici e morali, e anche storie bibliche assumono sfumature diverse: ecco come l’esegeta Sante Pagani, nel ‘500, vede nel denudarsi di Noè nell’ebbrezza la liberazione dell’anima dal corpo per giungere all’unione col divino. I tempi moderni hanno scoperto nuove vie, sempre più “sintetiche”, per l’ebbrezza; per quello che interessa a noi, invece, rimane la lezione di Nietzsche che ne La volontà di potenza afferma come l’arte sia il “grande stimolante della vita” e come il principio cardine di ogni fare e contemplare estetico sia l’ebbrezza, che diventa lo stato estetico fondamentale: “Perché vi sia arte, perché vi sia un qualche contemplare o agire estetico, a tal fine è indispensabile un presupposto fisiologico: l’ebbrezza. L’ebbrezza deve anzitutto aver potenziato l’eccitabilità dell’intera macchina: prima di ciò non si giunge a nessun arte”. Il passaggio dalla fisiologia dell’arte alla volontà di potenza, però, sarà breve, come il passaggio dall”altro da sé” all”oltre da sé”, con tutte le nefaste conseguenze connesse; ci è piaciuto però concludere questa breve e densa digressione rinvenendo nell’ebbrezza una condizione propizia per l’arte e nel vino un ricco e variegato elemento ispiratore. 

Prima della conclusione, però, volevo soffermarmi un attimo sull’allestimento. L’idea di esporre al posto delle opere dei grandi manifesti è nata dalla constatazione della grandezza dello spazio della palestra, grandezza che avrebbe portato ad una dispersione e svilimento dei lavori (in particolare i più piccoli). L’aver riprodotto le opere (sculture, tele, fotografie, performance) su grandi supporti ha consentito, invece, di conferire importanza, per una volta, all’immagine, relegando in secondo piano l’aspetto materiale. Se da una parte questa operazione comporta la perdita dell’aspetto tecnico dei manufatti, non più valutabile e verificabile pienamente, dall’altro privilegia l’imago, ovvero l’idea dell’artista. Il fruitore, spesse volte attratto più dalla consistenza (preziosità, maestria, pregevolezza) che dal messaggio dell’opera, in questo caso si troverà di fronte unicamente a forme e colori sovradimensionati. Questa operazione, di certo criticabile e rea di molte limitazioni, è voluta essere una sorta di sperimentazione sul concetto classico di mostra, una grande installazione a sua volta artistica. Non ce ne voglia il pubblico.

martedì 29 giugno 2010

La Girandola di Castel Sant'Angelo



Per la festa del 29 giugno dei santi Pietro e Paolo dall'anno scorso a Roma è stata ripristinata l'usanza della celebre Girandola a Castel Sant'Angelo e, anche quest'anno, ieri si è potuta ammirare in tutto il suo splendore di luci e suggestioni dall'altra parte del Tevere o da Ponte sant'Angelo, spettacolo unico nel suo genere che ricorda i fasti di un tempo della corte pontificia quando Roma appariva agli occhi del mondo una meraviglia e ogni festa, spettacolo o cerimonia, era pervasa da una forte carica di magnificenza. La "girandola", introdotta a Roma nel 1481 per celebrare il pontificato di Papa Sisto IV e poi in seguito utilizzata per celebrare le principali festività dell'anno, consiste in una cerimonia di luci, spari, mortaretti, colpi di cannone e fuochi d'artificio che arriva a durare fino ad un'ora e mezza. Fin dalla metà del Cinquecento i fuochi d’artificio, entrati nella tradizione festiva popolare italiana dal XIV secolo, assumono il carattere di evento finale di cerimonie ufficiali quali tornei, cavalcate per illustri ospiti, vittorie militari, incoronazioni del principe, canonizzazioni. La sera della vigilia della festa del Santo, la basilica di San Pietro viene ricoperta da lanterne e fiaccole disposte in modo da esaltarne la bellezza e le forme. E’ una visione che, in un mondo dove il buio della notte non è stato ancora annullato da una potente illuminazione pubblica (solo nel 1856 la città viene dotata dell’impianto a gas), nessun romano e nessuno degli innumerevoli stranieri presenti nella città vuole perdersi.  Contrappunto laico alla suggestiva luminaria di San Pietro è la girandola di Castel Sant’Angelo. La prima girandola fu probabilmente eseguita già nel 1481 per l’anniversario della salita al soglio pontificio di Sisto IV. Ne seguirono per l’incoronazione dei papi, per i loro compleanni, per le venute dei principi e in occasione della festa dei santi Pietro e Paolo. Nel 1851 la girandola viene trasferita sul piazzale del Pincio.



Sarebbe comunque riduttivo definire la Girandola un semplice fuoco d’artificio. Questo grandioso spettacolo pirotecnico era ottenuto grazie a enormi macchinari sistemati sulla sommità del Castello: attraverso l’accensione di razzi, bengala ed altri fuochi artificiali si generavano disegni fantastici, che avvolgevano il castello. Al disegno delle macchine per le girandole di Castel Sant’ Angelo si applicarono i più grandi artisti del tempo: da Michelangelo al Bernini, da Vanvitelli al Fuga. Era un vanto da mostrare all’intera Europa per l’ingegno, l’architettura e i colori che i “mastri” addetti segretamente e sotto giuramento si tramandavano nel tempo. Scopro dal sito del Mibac come dietro lo spettacolo pirotecnico vi fosse una complessa simbologia e che tutto (dai disegni, ai colori, agli effetti) fosse minuziosamente studiato; circolavano già dal '400 trattati sull'arte pirotecnica e da questi manuali si ricavano anche miscele dimenticate nel tempo che in parte, oggi, vengono riscoperte: il LICOPODIO, una spora di una pianta che cresce nelle remote foreste degli Urali e in alcune zone delle Alpi, che opportunamente trattata crea degli effetti straordinari; oppure la LAMINARIA, un‟alga che ci arriva da una baia dell‟Irlanda del Nord, una baia che sembra incantata, come da incanto sono gli effetti che quest‟alga produce dietro una complessa manipolazione; o ancora il DITTAMO, arbusto che cresce anche da noi; tra le varie curiosità vi è anche un insalata la SARNICOLA, che cresce in prossimità del mare su terreni e rocce ricchi di salinità, ottima da assaporare con aceto e olio di oliva, ma che bruciata genera dei sali che solo noi sappiamo come usare, e che un tempo erano utilizzati dai mastri vetrai di Venezia. (articolo sulla Girandola e l'arte pirotecnica).
In basso una galleria con alcune suggestive vedute notturne di Roma con l'evento della Girandola. Se volete, anche un modo per festeggiare le 50.000 visite di questo blog, un risultato inaspettato poco più di un anno fa quando ho iniziato ad inserire "suggestione d'arte". Un ringraziamento, pertanto, va a tutti i lettori, occasionali o meno.



















martedì 16 marzo 2010

Marina Abramovic - The Artist Is Present

Il MoMA di New York sta ospitando fino al 31 marzo la significativa personale di Marina Abramović. La mostra è la prima dell’artista a includere sia opere di documentazione che performance. Organizzata da Klaus Biesenbach – direttore del P.S.1 e chief curator del dipartimento media e performance art del MoMA – presenta oltre cinquanta opere create dalla Abramović nell’arco di quattro decadi. Tra le più importanti artiste contemporanee la Abramovic ha sempre interagito col corpo, il suo, e con temi crudi che vanno dalla morte all’olocausto alle tradizioni della sua terra natia, i balcani, rivisitate con occhio lucido e grottesco. Le sue “macabre” performance giocano sulla valenza estetica del corpo, feticcio o involucro da usare come tela grezza, e sulla catarsi che l’atto artistico comporta. La sessualità, sempre esplicita, non cade mai nell’osceno bensì, celata dalla forza rivelatrice della carne, diventa una sorta di preghiera.
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L’evento del Moma è, inoltre, senza precedenti poiché rappresenta la sua più grande fatica, diventando la più lunga performance della sua carriera; tale intervento artistico infatti la vede impegnata 7 ore al giorno per ben 3 mesi, per circa 600 ore totali di performance. “Le performance richiedono un'energia sterminata e, invecchiando, il corpo è in difficoltà” spiega Abramovic, “eppure le mie azioni diventano sempre più lunghe e difficili con il passare degli anni. Perché con la forza della mente si può fare qualunque cosa: non serve un allenamento olimpionico, ma volontà e disciplina”. Abramovic sarà presente, durante gli orari di apertura al pubblico, seduta in assoluto silenzio ad un tavolo nell’atrio del museo. Gli spettatori avranno la possibilità di sedersi di fonte a lei per tutto il tempo che riterranno necessario, diventando così parte integrante e necessaria della performance, nonostante l’artista rimarrà in silenzio. Fondamentale anche in questo caso la presenza del pubblico che mai come nella performance riesce ad entrare esso stesso nell’opera d’arte, a stretto contatto con l’artista (fonte).
La performance è fruibile in Live-Streaming dal sito del Moma, basta cliccare l’immagine qui in basso.
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E dal sito GlobArtMag le ironiche ma interessanti impressioni del critico Jerry Saltz sulla mostra: “Ho avuto un contatto genitale alla mostra di Marina Abramovic”

lunedì 22 febbraio 2010

Caravaggio miscellanea

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Quest’anno, anniversario dei 400 anni dalla morte del pittore, si susseguono scoperte, rivelazioni e significative mostre sull’artista. Inaugurata da poco la grande mostra alle Scuderie del Quirinale, che già conta più di 5.000 visitatori al giorno, ecco alcuni link sulle ultime novità:

ai mercati di Traiano, in concomitanza con la mostra alle Scuderie, curata da Claudio Strinati, Tutto il Caravaggio a Roma, un percorso che raccoglie le riproduzioni ad altissima definizione e a grandezza naturale di 63 dipinti del Caravaggio. (Fonte)

a Parigi, curata sempre da Claudio Strinati, l’interessante e coraggiosa mostra La vanità da Caravaggio a Damien Hirst. (Fonte)

uno scanner realizzato appositamente dall’Istituto nazionale di ottica (Ino) del Cnr di Firenzescopre un pentimento sotto la Cena di Emmaus conservata a Brera (l’immagine ad alta risoluzione). Durante l’indagine è riaffiorata sul lato sinistro della tela la presenza di un una finestra aperta su paesaggio dominato da un albero frondoso da cui, nella prima versione, proveniva la luce che illuminava i personaggi. Nella stesura definitiva, però, Caravaggio preferì occultare questi elementi spaziali e naturalistici. Al suo posto realizzò un sfondo scuro, in grado di suggerire un’atmosfera più raccolta e spirituale dove era la figura stessa di Cristo a emanare la luce. (Fonte)

Vi consiglio inoltre di non perdevi l’intervista di Egizio Trombetta a Maurizio Calvesi (Fonte), in occasione appunto dell’apertura della mostra al Quirinale, e di seguire il Blog Caravaggio400, sempre aggiornato sulle ultime novità sull’artista

giovedì 28 gennaio 2010

Tomaso Binga e Pescarart

Tomaso Binga, pseudonimo maschile di Bianca Pucciarelli, gioca sull'ironia e lo spiazzamento semantico mettendo allo scoperto il privilegio maschile nel campo dell'arte: l'artista non è un uomo o una donna ma una persona.
Lavora da quasi venti anni nel campo della scrittura contaminando parole ed immagini; dopo una serie di lavori in polistirolo ed inserti fotografici, si dedica dal 1975 ad una pratica di Scrittura Asemantica; dal 1975/76 alla Scrittura del Corpo o Scrittura Vivente; dal 1978 al Dattilocodice (sovrapposizioni di battute della macchina da scrivere che combinate tra loro acquistano una sorta di iconicità ). Dal 1985 con nuove esperienze scritturali tra pittura e scrittura: Biographicon riferimenti alla Computer graphics. (fonte).

In occasione della III edizione di Pescarart 2010 presenterà il suo nuovo libro “Valore vaginale” con prefazione del grande Gillo Dorfles. Due suoi lavori si possono leggere cliccando sui titoli qui sotto:

Silenzio

Ardeatine K

tomaso binga

La città abruzzese, inoltre, vedrà la presenza di numerosi eventi: un omaggio a Umberto Mastroianni, un’esposizione di 30 maestri storici del ‘900 e una mostra di 40 artisti contemporanei curata da Antonio Picariello e Floriano de Santi.

giovedì 21 gennaio 2010

Graffi, Vetro e Quotidianità

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"Graffi, Vetro e Quotidianità"

Mostra d'Arte Contemporanea di due artisti giovanissimi

Sebastiano Bucci e Paolo Soriano

Luogo: Archetyp'Art Gallery Via Marconi, 2 Termoli

Data: 16 /28 gennaio 2010

Orario di apertura: 19.00 /20.30 tutti i giorni compreso festivi

A cura di: Tommaso Evangelista

Organizzazione: Nino Barone

Inaugurazione: sabato 16 gennaio 2010, ore 19.00

Link 1 (Undo.net) Link 2 Link 3

sabato 12 dicembre 2009

Sesto convegno della nuova critica d’arte italiana

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Lodevole iniziativa quella che si svolgerà a Termoli il 17 e 18 dicembre. Presso il liceo Artistico Statale “B. Jacovitti”, in via Corsica, organizzato da Nino Barone si terrà il IV Convegno della Nuova Critica d’Arte Italiana. Riporto l’interessantissimo programma con i vari interventi i quali, ad una prima analisi, vogliono essere spunti di riflessione sullo stato dell’arte in Italia e in Molise oggi.

PROGRAMMA

Giovedì 17 dicembre 2009

ore 10.00/10.30 Apertura dei lavori del Convegno e saluto delle Autorità:

Dirigente Scolastico del Liceo Artistico”B: Jacovitti” Antonio Mucciaccio

Presidente della Provincia di Campobasso Nicola D'Ascanio,

Presidente del Consiglio Regione Molise Michele Picciano

Assessore alla Cultura della Provincia di Campobasso Nicola Occhionero

Assessore ai Servizi Sociali e Scolastici Antonio Russo

ore 10.30 /10.45 Presentazione del Convegno a cura degli organizzatori

Nino Barone, Antonio Picariello, Giuseppe Siano

ore 10.45/13.00 Interventi

Gasbarrini Antonio

Angelus Novus:l'arte nelle macerie / le macerie dell'arte

Ferrara Daniele

Il contemporaneo in Molise

Picariello Antonio

LE UNIVERSITA' DEI CRITICI + LE ACCADEMIE DEGLI ARTISTI = EPISTEMOLOGIA + PENSIERO + TECNICA = ELOGIO DELLA STUPIDITA' IN “A” COME AMICIZIA

Siano Giuseppe

Contributi per una nuova estetica, a partire dall'esperienza della manifestazione ARTMEDIA

Caliendo Giada

Il sogno dell'arte: un'indagine irrinunciabile

Romoli Luciano

Algoritmi – Eidoalgoritmi

ore 12.30/13.20 Dibattito e conclusioni

ore 17.30/18.30 Performance dell'artista Albert Mayr, Sala Colitto

Venerdì 18 dicembre 2009

ore 10.00712.30 Inizio dei lavori, interventi

Bordini Silvia

Arte e multimedialità

Mayr Albert

Musiche del tempo

Salerno Giuseppe

Tempo Reale, l'arte telematica in Italia (1986/1991)

Vitiello Aristide

Identità e territorio – Ruolo dell'arte e architettura

Ferraris Paola

Le prove dell'avanguardia

D'Ambrosio Matteo

L'Arte? Si è trasferita, e il resto non conta

Vicari Alessandra

Scatti di Genere

ore 12.30/13.20 Dibattito e conclusioni

ore 17.30/18.30 Performance dell' artista Albert Mayr con gli studenti del Liceo Artistico “Azione nella Città”

martedì 13 ottobre 2009

Caravaggio XXI – Il pathos del reale

Forse è un’operazione troppo facile trarre tableaux vivants dalle opere di Michelangelo Merisi da Caravaggio ma ciò dipende non certo dalla banalità dei registi o attori quanto dall’intrinseca natura delle opere del Merisi, soggetti così miracolosamente reali e significanti di per se stessi, senza il ricorso a un primo approccio a lettura iconografiche, da prestarsi a questo genere di riutilizzazione. Arte sublime e ricorso a specifiche formule di pathos (pathosformel appunto) capaci da sole di trasmettere emozioni. E’ quello che ha cercato di fare compagnia Malatheatre con la regia di Ludovica Rambelli con lo spettacolo Caravaggio XXI che verrà trasmesso, in prima assoluta, alle ore 21.00, presso il Cinema Azzurro Scipioni di Roma. Dalle immagini che ho trovato trovo assolutamente valida, dal punto di vista estetico, la loro operazione tanto da aver scambiato l’immagine con la Maddalena, ad un primo sguardo, per un dipinto reale. L’azione scenica non fa che aumentarne la resa.

CARAVAGGIO XXI

CARAVAGGIO XXIa

CARAVAGGIO XXIb CARAVAGGIO XXIc

ecco i quadri originali, per un veloce raffronto.

caravaggio-matteo, part. maddalena_caravaggio1_N

caravaggio-lazzaro, part. caravaggio, part. francesco

Un breve video del lavoro si può visionare dal blog Caravaggio400, sempre aggiornato sugli ultimi avvenimenti intorno all’artista.

Da questo link, invece, un video desunto dal Caravaggio di Darek Jarman, assoluto capolavoro di regia e di contestualizzazione dell’opera del Merisi nel contemporaneo.

caravaggio_sepoltura-cristo malatheatre-caravaggio

giuditta oloferne

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martedì 8 settembre 2009

CalcoGrafica

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Venerdì 18 settembre, alle ore 10, nella sede di Palazzo Fontana di Trevi, Sala Dante, l’Istituto Nazionale per la Grafica presenta CalcoGRAFICA, il sistema che finalmente pubblica su WEB le collezioni digitali dell’ING e offre una vista a tutto campo sulla storia dell’immagine attraverso stampe e matrici incise, disegni e fotografie lungo un arco cronologico che va dal XV secolo ai giorni nostri.
Si tratta di un evento di grande importanza, sia per l’entità del patrimonio informativo di ING – che, con circa 190.000 opere documentate da oltre 70.000 immagini è tra i più considerevoli a livello nazionale e internazionale- sia per le caratteristiche tecnologiche del sistema realizzato per la sua gestione e pubblicazione.

CalcoGRAFICA offre chiavi di accesso molteplici alle informazioni e rende disponibili strumenti di navigazione alla portata anche di un pubblico non specialistico, quali l’albero di classificazione dei soggetti che consente la ricerca attraverso i contenuti iconografici delle immagini per circa 130.000 opere. E’ stato interamente realizzato con tecnologie Open Source. (fonte).

giovedì 4 giugno 2009

Ars in Ara

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Il rapido sviluppo che dei nuovi media e l’era del web 2.0; un incontro nella prestigiosa sede dell’Ara Pacis, vuole fare il punto sullo “stato dell’arte” di questo nuovo media, second life, intesa come piattaforma mediatica con un alto standard comunicativo e un ottimo terreno di sperimentazione creativa ed artistica.

Il convegno ARS in ARA: arte e comunicazione nell’era di Second Life, si svolgerà presso l’Auditorium dell’Ara Pacis, 5/6 giugno; l’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.
Ci sarà la diretta streaming a cura di 2lifecast che sarà trasmessa dal sito della Rai sul portale di rai.it.

Per tutte le informazioni e il programma: qui.

lunedì 11 maggio 2009

Roma: la Notte dei Musei

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Lasciare aperti i musei statali in orario notturno e gratuitamente permettendo quindi la fruizione dell’inestimabile patrimonio artistico italiano anche a chi non riesce a farlo nel normale orario di visita. E’ il senso dell’iniziativa “La Notte dei Musei”, prevista per il 16 maggio e giunta alla sua quarta edizione.

La Notte dei Musei consentirà al visitatore di dialogare con le collezioni permanenti, senza dover pensare agli orari di chiusura. I musei che aderiscono all'iniziativa, oltre ad offrire l'entrata gratuita, con l’organizzazione di spettacoli e manifestazioni, rimangono aperti fino alle 2.00 di notte (ultima entrata all’1.00).

Oltre 60 spazi espositivi della Capitale resteranno aperti gratuitamente fino a notte inoltrata offrendo un eccezionale cartellone di eventi artistici, mostre culturali e viste guidate; per l’occasione prolungheranno l’orario anche molte librerie e ristoranti del Centro Storico.

Tra i moltissimi eventi in chiave futurista consiglio:

“L’abitudine all’energia tra antichità e futurismo” (Centrale Montemartini, ore 21.00, 22.30, 24.00) una visita guidata all’interno degli spazi della Centrale in forma di lettura-spettacolo, nel segno dell’esplorazione marinettiana della velocità e delle macchine.

L’happening con musiche e abiti ispirati al movimento futurista, “Paesaggio sonoro” ovvero “Donne in Musica ed il Manifesto Futurista”, (Museo di Roma Palazzo Braschi, ore 21.00, 22.30 e 24.00) a cura della Fondazione Adkins Chiti.

Lo spettacolo “Una serata futurista” (Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps, ore 21.00) di Giovanni Antonucci con Sabina Negri e Giuseppe Pambieri, produzione ATDC di Gino Caudai, che farà rivivere le invenzioni geniali e anticipatrici dei futuristi, ricreando le atmosfere delle serate futuriste sempre in bilico fra il gioco e la rissa, fra la battaglia di idee e la beffa, fra il teatro e il baraccone.

“Ristorante Santo Food Turismo” (Casa di Goethe, dalle 21.00 alle 24.00), a cura di Arts Foundation NRW con l’Ensemble RE-LOAD FUTURA. Uno spettacolo tra teatro e concerto visivo in cui saranno servite (musicalmente) al pubblico le ricette della Cucina Futurista.

Scarica il programma completo.

lunedì 30 marzo 2009

For Contemporary art Lovers



Edicola Notte nasce nel 1990 nel cuore di Roma, a Trastevere, come Non profit Artist Space; lo spazio espositivo più piccolo e suggestivo della Capitale. Ideata dall’artista H.H.Lim per gli artisti, Edicola Notte è uno spazio di un metro per sette visibile dalla vetrina che affaccia su Vicolo del Cinque, cuore della movida trasteverina, tutti i giorni dalle 20:00 alle 3:00 del mattino. Edicola Notte ha ospitato artisti affermati internazionali e non, che hanno realizzato appositamente per questo limitato spazio progetti di grande importanza e opere molto significative. Da qui sono passati numerosi artisti tra cui Enzo Cucchi, Maurizio Mochetti, Carla Accardi, Jannis Kounellis, Yan Pei-Ming, Wang Du, Yang Jiechang, Sislej Xhafa, fino ad arrivare alla giovanissima Micol Assaël.

Martedì 31 marzo Edicola Notte presenterà, 24 ore non stop, il progetto di Sislej Xhafa dal tautologico titolo di “Edicola Notte”.

mercoledì 25 marzo 2009

San Paolo e l'Apocalisse

Giudizio finale-da Les Très Riches Heures du duc de Berry


Il centre culturel saint Louise de France organizzerà per il giorni 27 e 28 marzo a Roma un convegno sul tema San Paolo: Apocalisse e Rivelazione.

Interessante il secondo giorno di lavori che accoglierà gli storici dell'arte presso la splendida sede dell'Accademia di Francia a Villa Medici; "poiché il processo paoliniano della rivelazione ha interessato molto gli artisti: si trattava, attraverso la caduta, di suggerirne l’abbagliamento. Aldilà di questa conversione, gli artisti hanno studiato in quale modo lo spettatore viene trasformato dall’opera facendogli credito". Le teologie cristiane presentano vari insegnamenti sul giudizio universale. Nella chiesa latina l’accento viene posto sul giudizio divino alla fine dei tempi, quando avverrà la resurrezione dei morti che, insieme ai viventi, saranno giudicati e inviati in paradiso o all’inferno. Nell’oriente cristiano il giudizio viene emesso dalla propria coscienza e l’esperienza della separazione da Dio o dell’unione con Dio si esprime nelle metafore dell’inferno e del paradiso.

Da non perdere l'intervento del grande storico dell'arte e iconologo Victor Stoichita dall'Université de Fribourg, che relazionerà sul tema "La peau de Michel-Ange".

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