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venerdì 19 febbraio 2010

I senatori vestono Prada

 

Il termine eleganza (elegante) deriva dal termine latino ELEGANTEM o ELIGANTEM, che trae da E-LIGERE scegliere, eleggere. Nell’antica Roma solo chi godeva della cittadinanza romana aveva il diritto di indossare la toga  e l'autorità doveva vigilare che gli stranieri non la indossassero.  I cittadini comuni indossavano la toga solo durante le feste religiose, le cerimonie pubbliche e i funerali. Essa era invece il segno distintivo dei senatori, che la portavano di colore bianco ornata da una striscia di color porpora. Anche il dominus, in occasione delle largitiones (elargizioni) ai suoi clientes spesso pretendeva che questi indossassero la toga, un abbigliamento che doveva evidenziare il prestigio e l'importanza del benefattore. La striscia rossa, quindi, indicava la condizione del senatore, eletto appunto, ed importante.

Guardate ora invece che fine ha fatto quella striscia color porpora indice di eleganza-elezione? Un bell’esempio di migrazione dell’immagine.

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giovedì 11 febbraio 2010

Il nuovo progetto di comunicazione del Museo Nazionale Romano

Per una volta tanto, dopo la disastrosa e inquietante campagna-minaccia del MibAc “Se non lo visitate lo portiamo via”, una bella campagna pubblicitaria che punta ad  un incontro personale con le opere, non immune da una certa componente sentimentale e anacronistica quanto basta.

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La vita dell’arte, come spiega Settis in Futuro del “classico”: “La plasticità è come un’energia che scaturisce dal profondo segreto del loro essere: attraversa tutto il corpo, carica di emozioni, desideri e problemi che la spingono interiormente a provocare questo o quel movimento”. Queste parole del grande regista teatrale K. S. Stanislavskij, riferite agli attori, si prestano bene a descrivere la forza espressiva delle statue. Gli antichi infatti, per la loro consuetudine col teatro, conoscevano l’universalità del linguaggio del corpo e l’importanza dell’indagine psicologica, ed esprimevano mirabilmente le tensioni della vita interiore nella plastica dei corpi. Tensioni ed emozioni che realmente lo spettatore rivive in sé (come oggi la scoperta dei “neuroni specchio” conferma). Questo fenomeno dell’empatia suscitata dalle arti visive è sembrato particolarmente adatto a rappresentare l’auspicio di “saper guardare al classico come qualcosa di sorprendente da riconquistare ogni giorno”.

Il Link al sito: http://www.archeorm.arti.beniculturali.it/node/782

sabato 19 settembre 2009

Il panino-martire (ancora su San Sebastiano)

Torno sull’iconografia del santo per segnalare questa pubblicità della McDonald, immagine dalla campagna pubblicitaria "Quanto casino per un panino", lanciata il 20 gennaio 2002 (giorno del santo) e che destò tanto scalpore. “Una mossa pubblicitaria, colta e autoironica, ribalta le accuse di globalizzazione e assimila l'attacco al panino alla tortura del martire” (engramma). Io la trovo molto intelligente e simpatica.

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lunedì 30 marzo 2009

La morte del dandy


Un piccolo esempio di come la pubblicità, molto spesso, sia debitrice alle iconografie artistiche e come pathosformel sopravvivano nel corso del tempo, sganciate dai loro originali significati, ma lo stesso significanti quali schemi e veicoli di forme retoriche. La cultura dell'immagine, che porta all'ennesima potenza la sua valenza, non riesce a prescindere dalla memoria collettiva e dai gesti cristallizzati nelle varie epoche e culture. Ispirandomi agli articoli del sito http://www.engramma.it/ (mio fratello maggiore:) ho realizzato questa piccola e suggestiva slide.

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