sabato 7 marzo 2009

Engrammi




Di fronte alla necessità e alla pregnanza dell’arte niente di più effimero può essere un’impressione, anche se questa sarà tanto più vera quanto sarà causata da un’empatia profonda e personale; questo blog non ha questo compito, non proporrà proprie e romantiche sensazioni, vuoti elogi o parole di maniera; non intendo l’arte come un filisteo compiaciuto dei suoi pochi saperi, ma come una memoria collettiva, piena di tracce oscure e significanti. E' detto engramma una traccia mnestica, una qualunque informazione presente nella memoria che conserva gli effetti dell’esperienza nel tempo e, per esteso dunque, una qualunque sopravvivenza di senso da rintracciare e collegare, traccia della memoria collettiva e culturale; nella storia della cultura il corrispondente di engramma è simbolo, intervallo o polarizzazione, sopravvivenza ed oblio, una piccola riga della biblioteca di Babele. I miei post saranno dunque, senza nessun tipo di pretese o, ancor peggio, di compiacimento, come piccoli engrammi di senso e di arte, forme della sopravvivenza nella cultura occidentale, labili teoremi appesi sul filo insensato della rete. Emozioni della ricerca di senso.

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