Un artista del VI secolo a.C. deve rappresentare sulla superficie di un vaso la vicenda di un gruppo di pirati, trasformati in delfini da Dioniso prigioniero.
Uno spazio ridotto e due colori - principalmente il nero e il bianco per evidenziare le linee del corpo - questi i mezzi espressivi a disposizione del vasaio, che sceglie una brillante soluzione: la sequenza di figure. Ecco che il povero pirata viene raffigurato quattro volte ma, tra un'onda e l'altra, le sue braccia si stanno trasformando in pinne.
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