domenica 1 giugno 2014

Lo storico dell'arte per Claudio Strinati


Lo storico dell'arte non è un dilettante, un parassita della società, un esteta, ma è un professionista dotato di competenze specifiche che nulla ha a che fare con la figura del critico più o meno dannunziano o simili (figura peraltro assai rispettabile e interessante) e che molto ha a che fare con la funzione del ricercatore, nel senso più normale e noto del termine.
I ricercatori, di qualsivoglia disciplina, sono scienziati che lavorano per disinteressato amore verso il sapere e come tali forniscono alla società ai suoi diversi livelli cognizioni sovente utili se non indispensabili per la produzione, il lavoro, la convivenza civile, il corretto esercizio dell'attività politica, il progresso della cultura, del benessere generale e della dignità e attendibilità della nazione. Non sono sciocchezze e ognuno può verificare se quel che dico è un' idiozia o è vero. Fermo restando che, filosoficamente parlando, la verità non esiste e non esiste neanche la realtà (nondimeno una vivace discussione filosofica sul concetto dell'esistere mette facilmente in dubbio tale assioma apparente), possiamo provare a suggerire che avesse ragione Parmenide quando disse che l' essere è.
Visto che almeno questo può essere detto se non altro dal punto di vista grammaticale (e la grammatica come ben sapevano gli uomini del medioevo e i linguisti strutturali è una scienza molto fondata) deduciamo che lo storico dell'arte è legittimato alla qualifica di ricercatore. Egli, infatti, può compiere quale diligente adepto almeno della grammatica (vedremo in seguito il perchè di tale affermazione) esperimenti e validarne il risultato in un ambito di pensiero in cui quel che conta non è l'attingimento di una verità presunta, che sempre potrà e dovrà essere messa in discussione. Gli esperimenti che compie, invece, sono inerenti ai meccanismi della conoscenza in sé e per sé e all'attivazione conseguente di comportamenti volti a incrementare lavoro e interessi concreti scaturenti per l'appunto dal corretto esame di specifici meccanismi della conoscenza, comuni ovviamente a tutti ma degni di essere studiati e compresi attraverso precipui esperimenti dettati proprio dalla disciplina storico-artistica, pena la più totale incomprensione di una cospicua gamma di fenomeni che ci circondano e da cui nessuno può prescindere.
Non saranno reali questi fenomeni ma tutti li percepiscono. E' opportuno occuparsene in sede scientifica. Ho esemplificato questi complessi concetti con due esempi, più volte proposti alla altrui valutazione con dedica ideale a Achille Campanile. Quindi ve li propongo. Sono, per ora, due brevi episodi emblematici inerenti all'attività primaria e fondamentale dello storico dell' arte: si tratta dell'attitudine al riconoscimento, una scienza cioè, che permea tutta la nostra vita. E' la capacità non tanto di conoscere, su cui già indagarono Aristotele, Kant, la Gestalttheorie, la Fenomenologia, il Cognitivismo, ma la capacità di riconoscere le cose che ci circondano, le persone, la storia e le forme della civilizzazione. Scusate se è poco. Lo storico dell' arte lavora con particolare cura in questo ambito, certo non da solo ma insieme con altri storici esperti di discipline collaterali".
Claudio Strinati

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