giovedì 13 ottobre 2011

Nanni Balestrini - Original tag cloud

La sistemazione grafica di parole in base alla loro pregnanza o importanza, definita tag cloud, che va tanto di moda su siti e blog in realtà è stata sperimentata per la prima volta in Italia negli anni '70 quando molti artisti giocavano con le frasi. Allora l'operazione era artistica, con una forte componente politica, e il processo di costruzione della "nuvola" era manuale. Significativo, per esempio, è Potere operaio di Nanni Balestrini che fu esposto per la prima volta in occasione della Quadriennale di Roma del 1972. Finì poi in un deposito per quasi trent’anni. Tornato alla luce fu restaurato e appartiene oggi a una collezione privata.




Nanni Balestrini, nato a Milano nel 1935, vive tra Roma e Parigi. Negli anni Sessanta è stato tra i principali animatori della stagione della neoavanguardia, autore di numerose raccolte di poesia e di romanzi di successo. Negli ultimi cinquant’anni, parallelamente alla produzione poetica e narrativa, ha sviluppato un’importante ricerca in campo visivo partecipando a numerose mostre in Italia e all’estero.

«La furia collagistica di Balestrini, che dura dalla fine degli anni Cinquanta, ha prodotto un corpus di grande coerenza e dalla cifra riconoscibilissima, segno che in questa riappropriazione non indebita dei testi altrui egli ci ha messo qualcosa del suo, che è poi lo stile – il che per un poeta è tutto, ed è fatto di molto sudore creativo» (Umberto Eco, 2002).

«Balestrini simula un’operazione di massaggio del linguaggio, mediante una condensazione manuale che ne evidenzia l’aspetto fisico e tangibile (…). Tutto è oggetto trovato, ma proprio per questo manipolato e manipolabile. Balestrini realizza opere che sono un suggerimento di opera, fondazione di un metodo evidente ma che richiede in ogni caso lo stato di grazia dell’artista capace di portare il materiale nella necessità della forma» (Achille Bonito Oliva).

«Che questo spazio pittorico sia anche uno spazio linguistico e che questo spazio linguistico divenga qui uno spazio pubblico, mi sembra più che evidente. Nanni è sempre stato un politico. Ha fatto politica prima con le poesie che rompevano ogni tessuto linguistico per riportare i segni all’alienazione di cui erano costituiti; poi ha ricostruito questi segni dentro vicende rivoluzionarie che i suoi romanzi descrivevano; adesso si è messo a fare politica con i collage…» (Toni Negri).

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