lunedì 14 giugno 2010

Apollo e le Muse - L'enigma di Tintoretto


Nel 1981 Henry John Ralph Bankes, discendente dell’esploratore ed egittologo inglese William John Bankes, lasciò al National Trust la magione di Kingston Lacy nel Dorset: fra i beni contenuti nell’antica casa di famiglia c'era anche un dipinto, originariamente conosciuto come «Apollo e le Muse», che si diceva fosse del Tintoretto, anche se le pessime condizioni in cui era stato tenuto ne avevano reso difficile l’attribuzione ufficiale. Così, il dipinto è rimasto dimenticato in un deposito per 30 anni, fino a quando non si è deciso di mettervi mano con un grosso intervento di restauro costato quasi 45mila euro, eseguito dagli esperti dell’Hamilton Kerr Institute di Cambridge, che hanno rimosso 500 anni di sporco e vernice ormai scolorita.
Al termine del lavoro di recupero, è stato così possibile confermare che si trattava davvero di un’opera del maestro del Rinascimento veneziano, sebbene, analizzandola poi ai raggi X e infrarossi, siano emersi forti dubbi sul simbolismo del quadro e sull’identità dei personaggi raffigurati, tanto da spingere i curatori del «National Trust» a cambiargli il titolo in «Apollo (o Imeneo) che incorona il Poeta dandogli una Sposa» e a chiedere aiuto al pubblico per risolvere il mistero legato al dipinto.

«In questo momento, abbiamo più domande che risposte – ha confermato al "Daily Telegraph" Rob Gray, responsabile della "House and Collections" di Kingston Lacy – e stiamo ancora cercando di capire che cosa significhi il quadro. La prima volta che ci è arrivato, infatti, il dipinto era così scuro che potevi a malapena distinguere le figure, ma dopo il restauro abbiamo cominciato a dubitare del titolo originario e gliene abbiamo dato uno provvisorio». Acquistato da William John Bankes nel 1849, mentre era in esilio a Venezia, il dipinto risalirebbe fra il 1560 e il 1570 e sarà mostrato per la prima volta mercoledì proprio a Kingston Lacy. «Il processo di restauro ha evidenziato i tratti inconfondibili del Tintoretto – ha spiegato a "The Independent" la consulente d’arte Christine Sitwell – ma ha lasciato sconcertati per i contenuti che vi sono raffigurati».

A sorprendere gli esperti, è il fatto che vi fossero rappresentate appena sette Muse (nella mitologia greca erano nove) e che vi sarebbero anche una figura identificabile con Ercole (grazie alla testa di leone e alla pelliccia sopra la testa) che tiene una lancia nella mano destra e un arco con la sinistra e un personaggio dalle fattezze androgine, probabilmente un poeta, mentre ai piedi di Apollo comparirebbero una serie di oggetti inspiegabili, fra cui una coppa, un piatto e una scatola, tutti d’oro. «L’arco in mano ad Ercole è significativo – ha affermato il dottor Paul Taylor, vice curatore del “Warburg Institute” – perché l’Ercole gallico è sinonimo di eloquenza e, quindi, questo lascia supporre che l’uomo incoronato sia uno scrittore o un oratore, mentre le donne che portano i fiori devono essere le Grazie. Anche il fatto che Apollo stia in piedi sugli oggetti in oro è interessante, perché potrebbe indicare il suo aver voltato le spalle alle cose materiali, per raggiungere la gloria». «È senz’altro un’opera di grande significato – ha concluso Alastair Laing, curatore dei dipinti e delle sculture del National Trust – perché Tiziano, Veronese e Tintoretto sono i tre grandi maestri della metà del XVI secolo. Avere un dipinto di Tintoretto in una casa inglese, anziché nella sua location originaria di Venezia o in un museo italiano, è un fatto davvero straordinario, ma ancor più straordinario è che non sappiano ancora per chi o per cosa il quadro sia stato dipinto e cosa rappresenti». (Fonte: Corriere).
Si veda anche Historytimes

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