La serie delle “Carceri” di Piranesi probabilmente è tra le opere più visionarie mai realizzate da uno spirito artistico, faro per i sogni romantici e decadenti di tutta la generazione ottocentesca e così suggestiva da essere ancora oggi attualissima; vetta dell’architettura utopica ma anche frutto di un’immaginazione senza limiti non ha mai cessato di ispirare gli artisti. I casi sono molti e spaziano su ogni campo; per citare i casi più vicini a noi si va dal software di costruzione Piranesi ad ambientazioni di svariati giochi, dai fumetti (il caso di Manara con “Fuga da Piranesi”) all’arte più tradizionale. In questo post volevo segnalare due esempi che ritengo per niente banali.
Il primo caso riguarda i lavori grafici di Francois Schuiten, disegnatore, scenografo e fumettista olandese, capace di ambientare le proprie storie in ambienti giganteschi ed irreali, ma tutti caratterizzati da un forte ricorso ai moduli architettonici tradizionali osservati da punti di vista capaci di trasfigurare gli spazi e le proporzioni.
In particolare l’ambientazione del suo album “La torre” del 1987 è chiaramente ispirata alla serie del nostro incisore. Racconta "la vera storia di un uomo che fatto il giro della Torre", un uomo di nome Giovanni Battista (evidente omaggio a Piranesi) nel suo viaggio alla ricerca di senso, fumetto che meriterà un post a parte.
Il secondo esempio riguarda l’opera dell’artista Emily Allchurch la cui serie “Urban chiaroscuro” riprende in maniera impeccabile le “Carceri” del Piranesi ma attraverso un riuscito processo di attualizzazione che trasporta le architetture utopiche nel nostro tempo, preda della degradazione urbana.
Gli scenari, claustrofobici ma allo stesso tempo illimitati, si offrono allo spettatore con tutti i loro dettagli come una meditazione visuale sulla vita nelle metropoli contemporanee. Ne nasce anche una inevitabile riflessione sul clima di angoscia e paura che si respira nelle città e sulla conseguente presenza prevaricante della tecnologia di sorveglianza. L’atmosfera è resa ancor più minacciosa dall’utilizzo drammatico, quasi teatrale del chiaroscuro. anche se non sono un capolavoro, come non lo sono mai le opere che riprendono dal passato, si caratterizzano per l’originalità dell’approccio.
p.s.
Questo blog ha raggiunto oggi le 10.000 pagine visitate, un traguardo mai immaginato all’inizio. Un sentito ringraziamento a tutti i lettori.
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