Dopo la commissione di una pala d’altare a Bill Viola, il Capitolo della cattedrale di St. Paul a Londra, proseguendo il St Paul's Cathedral Arts Project, un programma in corso che mira a esplorare l'incontro tra arte e fede, ha affidato nientemeno che a Damien Hirst la realizzazione della prossima opera che sarà svelata al pubblico a novembre.
La presenza di Hirst nella chiesa simbolo d'Inghilterra è destinata a far discutere, anche se non è la prima volta che l'artista ha esposto in un luogo sacro. Nel 2007 presso la cappella All Hallows aveva esposto un cranio di bambino in argento e cuori trafitti con siringhe e lamette da barba.
Presso la galleria White Cube nel 2003 ha esaminato e riflettuto su Dio e la religione in uno spettacolo con opere quali Prodigal Son.
La mostra comprendeva anche un pezzo chiamato Gesù e i discepoli, formato da 13 carri armati di vetro, compresa la testa mozzata di una mucca con strumenti di metallo conficcati, e un’altra opera chiamata l'Ascensione di Gesù che vedeva una colomba in un armadio di vetro .
Tra le altre opere di Hirst che fanno riferimento alla religione vi è poi il suo diamante incrostato nel cranio, l'Amore di Dio, venduto all'asta per 50 milioni di dollari.
Come per Viola non posso che appoggiare le scelte lungimiranti del Capitolo, vere e proprie commissioni che mirano a rendere la cattedrale un monumento all’arte del nuovo secolo, facendone un luogo estremamente comunicativo e suggestivo. In fondo dell’arte contemporanea bisognerà salvare pur qualcosa e nessun luogo come una chiesa è capace di preservare arte e memoria.
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