martedì 30 giugno 2009

Cristo in scurto

mantegna-cristo in scurto La maggior parte delle interpretazioni concernenti Il Cristo morto del Mantegna sottolineano la volontà dell'artista di umanizzare la scena rendendocela familiare; e difatti Gesù viene osservato dallo spettatore nello stesso modo con cui vedrebbe un parente nella camera mortuaria; cioè entrando nella stanza e guardandolo disteso dalla parte dei piedi, per poi accostarsi di fianco a compiangerlo come fanno i tre personaggi a margine.
Il topos del Cristo in scurto, come scritto in una lettera dal figlio del Mantegna, sarà ripreso nel '600 da altri artisti quali Carracci e Borgianni.



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Pasolini lo userà per una delle scene più tragiche del suo film "Mamma Roma".

venerdì 19 giugno 2009

Banksy versus Monthy Python

Il grande street artist Banksy, writer inglese rimasto per lungo tempo anonimo, ha realizzato il suo più grosso “intervento” installando nell’intero Bristol Museum (nella città di cui è originario) più di 100 opere di sua invenzione o produzione: quadri, graffiti, sculture integrate alle opere del museo. La mostra si intitola: “Banksy Vs. Bristol Museum”, visibile fino al 31 agosto, ed è il frutto di una collaborazione che è stata sapientemente tenuta segreta.

Banksy ha dichiarato, col suo consueto humour:

“Questa è la prima volta che i soldi dei contribuenti sono utilizzati non per togliere le mie opere dai muri, ma per appendercele”



Il video ufficiale



Ricognizione delle opere in mostra

Una delle tante caratteristiche che ha reso famoso Banksy, infatti, è la sua abilità di entrare nei musei più importanti del mondo e appendere delle sue opere tra le altre già presenti. Spesso passano giorni prima che qualcuno si accorga dell'intrusione. I suoi temi preferiti in questi casi, sono quadri dipinti in perfetto stile settecentesco, con l'aggiunta di alcuni particolari completamente anacronistici (nobili del Settecento con bombolette spray, dame di corte con maschere antigas, ecc.).

Di questa mostra però volevo sottolineare la simpatica ripresa del tema dello sciopero dei dipinti, reso famoso da uno noto sketch dei Monty Python.

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giovedì 18 giugno 2009

Arte ed Ufo

Tra le tante assurdità sull’arte che girano nella rete, c’è un filone di siti che tratta del fantomatico tema degli Ufo nell’arte dimostrando le svariate tesi con una serie di esempi a prima vista illuminanti. In effetti molte di queste immagini, ad un primo sguardo poco critico, possono trarre in inganno, ma è solo colpa del nostro sistema percettivo che tende a ricondurre a forme conosciute, o “sperate”, le forme non comprese o stilemi arcaici. Vero che è forte nell’uomo il desiderio di nuove forme di vita, ma vederle addirittura nei grandi capolavori della storia dell’arte mi sembra una forzatura iconologica.

Ho inserito a titolo esemplificativo qualche immagine tra quelle poste sotto osservazione, cliccando però il link sotto lo “Sputnik” potrete leggere l’esaustiva analisi iconografica di Diego Cuoghi che smonta, con grande preparazione, tutte le tesi. Un fenomeno da conoscere ed un modo per capire anche alcune ermetiche iconografie.

Crivelli_Madonna_part Missili che decollano?

Gelder_hr Incontri ravvicinati del terzo tipo?

Madonna_PalVecchio_Past_Nubex Disco volante?

Masolino_Miracolo_della_Neve La guerra dei mondi?

Moon_Blago_Archives_480 Navicelle? Sun_Blago_Archives_480

Trinita_Salimbeni_Montalcin

Link: Diego Cuoghi.

mercoledì 17 giugno 2009

Anche i capolavori invecchiano

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I disegni murali di Michelangiolo della Sagrestia Nuova

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Dalla porta a sinistra dell’altare della Sagrestia Nuova di san Lorenzo a Firenze, si passa, attraverso una botola, in uno stretto vano sotterraneo sulle cui pareti furono scoperti solo nel 1975 da Paolo del Poggetto alcuni disegni murali tracciati col carboncino che includono autografi dello stesso Michelangelo, oltre ad altri schizzi e derivazioni dal maestro, del tutto inediti fino ad allora.

Sorta di studi abbozzati con un tratto nervoso, in carbone calcinato, questi raffigurano dei nudi, dei visi, degli arti, una testa di cavallo ed elementi di architettura disposti in modo confuso; alcuni sono in connessione con sue opere: si tratta di un ripensamento sull’Eva della Cappella Sistina e uno schizzo sulle gambe della statua del duca Giuliano in sagrestia. Di particolare qualità una figura virile ignuda che rappresenterebbe Cristo risorto.

I disegni sono stati messi in relazione con il periodo in cui Michelangelo, ricercato dai Medici per aver partecipato, nel 1527, alla rivolta che aveva portato la Repubblica a Firenze, visse nascosto nel convento di san Lorenzo presso l’amico Figiovanni.

cfr. P. del Poggetto, I disegni murali di Michelangelo e della sua scuola nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo, Firenze 1978.

lunedì 15 giugno 2009

La Gioconda Nuda

Gian Giacomo Caprotti detto il Salaino, fu una figura importante nella vita di Leonardo che lo accolse nella sua bottega a dieci anni considerandolo come un figlio; pur di temperamento irrequieto, e poco diligente, mostrò da subito un gran talento diventando l’ombra del maestro. Vasari scriveva di lui:

Prese in Miiano Salai Milanese il qual era vaghissimo di grazia e di bellezza, avendo belli capelli ricci e inanellati, de' quali Lionardo si dilettò molto: e a lui insegnò molte cose dell'arte, e certi lavori, che in Milano si dicono essere di Salai , furono ritocchi da Lionardo.”

ma è tra le poche fonti di questo oscuro personaggio. Ritratti del giovane sono stati individuati invece in molte opere dell’artista.

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Morto di morte violenta, tra i beni lasciati alla famiglia figurano “una Gioconda, una Sant’Anna, un San Giovanni Battista, una Leda, un San Gerolamo”; ora, se la Gioconda del Louvre fu lasciata da Leonardo a Francesco I per 4000 ducati, ne deriva che o il Salai fece altre copie del dipinto, o Leonardo lasciò all’allievo altre opere dello stesso soggetto.

Artista di discreto valore, riprende gli insegnamenti del Maestro; una delle pochissime opere attribuite a lui con certezza, dove è visibile, e ormai certa, anche la mano di Leonardo, è la famosa Gioconda Nuda, dove Monna Vanna sembra possedere la doppia natura umana (come il san Giovanni), sia maschile che femminile, quale androgino perfetto (ma non sarebbe difficile vedervi la fisionomia dello stesso Salai).

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Il dipinto a lungo attribuito a Leonardo, pur pieni di errori, oggi è stato legato definitivamente al Salai proprio in virtù degli stessi sbagli. La visione moderna ai raggi X ha evidenziato la presenza di numerosi ravvedimenti, e soprattutto la presenza di più mani nella stesura dell’opera.

Nella rassegna “Il genio fiorentino”, oltre a questa tela (di proprietà della fondazione Primoli, e già appartenuta allo zio di Napoleone, il cardinale Fesch), verrà esposta un’altra dello stesso soggetto sulla quale sono in corso indagini. Vi è inoltre un’altra versione di impostazione un pò diversa.

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Non sarebbe difficile vedere nell’opera il modello per la fornarina di Raffaello.

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Un’altra opera del Salai , il San Giovanni Battista, è una riproposizione fedele dell’originale leonardesco, di buona qualità, dal quale differisce solo per lo sfondo. Infine il San Pietro e San Paolo con Madonna e bambino, opera totalmente del Salai, mostra il buon livello artistico raggiunto dallo stesso.

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La fortuna e i ”misteri” della Gioconda di Leonardo saranno invece al centro di un grande evento espositivo che dal 13 giugno al 30 settembre a Vinci presenterà oltre 5.000 immagini fra opere e documenti, compresi dipinti del XVI secolo in mostra per la prima volta, legati alla fama di Monna Lisa, e la stessa Gioconda Nuda.

Qui l’opera pittorica completa e certa del Leonardo.

sabato 13 giugno 2009

Il bestiario di Hirst

Per quanto irriverenti e fonte di scandalo, i famosi corpi di animali imbalsamati e messi in formaldeide dimostrano un forte legame con l’iconografia classica; ecco allora queste opere, dalla polemica fine a se stessa, assumono connotati simbolici che li pongono sotto una nuova luce quale esempio di moderne sopravvivenze.

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giovedì 11 giugno 2009

YYYooouuutttuuubbbeee

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Disassemblaggi di video, come srotolati da una bobina, con tutti i fotogrammi posti a formare un caleidoscopio di forme e colori psichedelici; è veramente un’esperienza guardare un filmato di youtube su questo sito, capace di corromperlo fino alla moltiplicazione, dando ulteriore valore estetico alla singola immagine e al complesso; se poi il video dal quale ho prelevato questi screeschot è Shine on your crazy diamond dei Pink Floid il gioco è fatto.

Giocando con le impostazioni del programma e scegliendo il video giusto non è così difficile creare immagini suggestive e surreali; anche il filmato più stupido, rimontato in questo modo, diventa solamente pura forma, contemporanea. La serialità delle immagini del resto è pop.

Link: http://yooouuutuuube.com/

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giovedì 4 giugno 2009

Ars in Ara

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Il rapido sviluppo che dei nuovi media e l’era del web 2.0; un incontro nella prestigiosa sede dell’Ara Pacis, vuole fare il punto sullo “stato dell’arte” di questo nuovo media, second life, intesa come piattaforma mediatica con un alto standard comunicativo e un ottimo terreno di sperimentazione creativa ed artistica.

Il convegno ARS in ARA: arte e comunicazione nell’era di Second Life, si svolgerà presso l’Auditorium dell’Ara Pacis, 5/6 giugno; l’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.
Ci sarà la diretta streaming a cura di 2lifecast che sarà trasmessa dal sito della Rai sul portale di rai.it.

Per tutte le informazioni e il programma: qui.

Cerveira Art Biennial

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mercoledì 3 giugno 2009

Pathosformel (2 – Indicare)

“E piacemi sia nella storia chi ammonisca e insegni a noi quello che ivi si faccia, o chiami con la mano a vedere…” (Leon Battista Alberti, De Pictura).

Il gesto che indica, ovvero l’indice puntato, è uno dei segni più espliciti che si incontrino nella rappresentazione artistica (autoaffermazione di se, del proprio potere o autorità, ammonimento, richiesta di attenzione, accusa, indicare una direzione, invocare il trascendente, ecc.); gesto fondamentale di attribuzione o monito che si configura quindi come una forma patetica ben precisa e rivelatrice di significati, anche quando dall’immagine vera e propria si passa alla realtà; il suo significato quindi varia non solo in base al contesto ma anche alla posizione, alla condizione o allo stato del personaggio. Questa piccola carrellata ne è solo un limitato esempio.

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