domenica 5 luglio 2009

Berlusconi the Magnificent e la mostra per il G8 dell'Aquila

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Se per dare lustro al G8 della Maddalena volevano trasportarvi, come mute veline, nientemeno che i Bronzi di Riace, per il G8 dell’Aquila si è allestito addirittura un museo ad uso e consumo delle delegazioni del vertice.

In un piano della caserma di Coppito, così, selezionati da non si sa quale illustre soprintendente, fanno bella mostra un Codice di Leonardo da Vinci, la statua del Guerriero di Capestrano (una scultura in pietra calcarea del VI secolo a.C. rinvenuta in una necropoli dell'antica città di Aufinum-Ofena), un violino del 1566 di Andrea Amati, lo spartito originale della Tosca di Giacomo Puccini, l’originale della vita di san Francesco scritto da Bonaventura, il telescopio di Galileo, altre opere provenienti dai musei distrutti dell’Aquila e l’immancabile statua di Cascella, scultore tanto amato dal Presidente per il quale costruì il famoso mausoleo “massonico” ad Arcore. C’è anche una Fiat 500 nell’ultima sala.

Intitolata "L’arte del saper fare bene italiano" (The Art of Italian Expertise), la mostra è promossa dal Ministero del Turismo, dalla Presidenza del Consiglio (dipartimento della Protezione Civile) e dalla Regione Abruzzo. La curatela è di Alessandro Nicosia.

Dopo lo 'shopping' su incarico del Presidente del Consiglio nei musei e collezioni del paese, il 'Museo Italia', in mezzo alle baracche di Bertolaso ed ai musei veri in macerie, dimostra una volta di più il completo disinteresse dei nostri politici per i beni culturali, trattati come merce di prestigio da vetrina, scelti per pura esposizione in base non a rigorose scelte scientifiche ma alla pura mercificazione dell’artefatto in virtù del suo valore intrinseco, presentati in uno squallido piano di una caserma, per pura demagogia, senza un chiaro percorso museografico e degradati a bassa merce di scambio in virtù di una supposta grandezza culturale da parte di persone che in realtà hanno dimostrato largamente il loro disinteresse verso il nostro patrimonio, con taglio di fondi e con la scelta di dirigenti lontanissimi da un’ottica di tutela e valorizzazione.

Ricordo, a tale proposito, di quando Botticelli fu al servizio del fascismo per la celebre mostra “Italian art 1200-1900” allestita a Londra nel 1930. Degli oltre 600 dipinti esposti per l’occasione, ben più della metà erano stati prestati da collezioni italiane pubbliche e private, spesso con la pressione dello stesso Duce il quale, con tale mostra, chiaramente politica, voleva promuovere il fascismo e l’italianità e mettere in buona luce il nuovo regime presso gli inglesi. Lui stesso si presentava agli inglesi come il nuovo Lorenzo il Magnifico, così magnanimo da permettere la partenza di tante e prestigiose opere. Lo svolgimento della mostra, infatti, coincise con l’apoteosi della popolarità, addirittura dell’adulazione, che il duce riscosse in quel Paese. Naturalmente non si pensò alla sicurezza delle opere: durante il trasporto in Inghilterra su una nave italiana, il Leonardo da Vinci, infatti, si scatenò una terribile tempesta che rischiò di inabissarla con tutto il suo carico. Per comprendere la gravità dell’evento elencherò qualcuno dei capolavori inviati per l’evento: Amor sacro e Amor profano di Tiziano, la Nascita di Venere del Botticelli, la Tempesta del Giorgione, il Dittico di Montefeltro di Piero della Francesca, il David di Donatello, la Crocifissione di Masaccio, le Cortigiane di Carpaccio, qualche Tiziano e qualche Caravaggio, allora ancora poco apprezzato.

Riguardo la sicurezza non posso inoltre non fare un paragone con oggi in quanto lo sciame sismico non sembra ancora essersi placato e la caserma, per quanto resistente, non mi sembra in grado di garantire la perfetta sicurezza per le opere. Solo immaginare un codice di Leonardo li dentro, oltre a farmi una profonda tristezza, non può che crearemi apprensione.

Dopo così il celebre logo inventato dalla Brambilla, Magic Italy, che più che rimandare alle bellezze del nostro paese sembra il marchio di qualche telepromozione, come di quelle che si vedono sui canali Mediaset, ambientate in false e asettiche scenografie, ecco una mostra di italianità che della telepromozione condivide molto. Ma del resto è l’idea del nostro presidente per il quale le opere sono ambasciatori privilegiati del paese e si possono inviare di qua e di là, come merce e senza le opportune norme di sicurezza, oppure sistemare nelle proprie dimore (come il caso delle quattro statue romane, da trasferire dal Museo delle Terme di Diocleziano a Palazzo Chigi).

I vezzi napoleonici del Premier (leggi l’articolo).

Inoltre questo dispendio di risorse per una mostra assurda, senza criteri, appare ancora più spiazzante se si pensa agli enormi tagli attuati per il ministero dei Beni culturali, che mettono in ginocchio le nostre istituzioni e il nostro patrimonio. E’ proprio di questi giorni infatti l’assurda proposta di Buttiglione, ex ministro del MiBac, di vendere i musei, chiavi in mano, ad enti stranieri.

Articoli:

Repubblica

Corriere della sera

Questa situazione denunciata dai due autorevoli esponenti dei Beni Culturali è anche l‘effetto del trend negativo sul turismo culturale in Italia, iniziato dal 2007: il Touring Club Italiano ha pubblicato il Dossier Musei (2009).

http://static.touring.it/store_pub/document/19_file.pdf

http://www.touring.it/dossiermusei2009

L’allarme di Mario Resca

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