In una lettera scritta da Freud nel 1936, questi, già anziano, ricorda un’esperienza vissuta nel 1904 che gli tornava spesso nella mente. Riassumendo Freud, in vacanza a Trieste nel 1904, su suggerimento di un amico decide di andare ad Atene, dove non è mai stato; dopo vari problemi logistici finalmente arriva e, giunto dopo tanta fatica sull’Acropoli, gli viene un singolare pensiero “Dunque tutto questo esiste veramente, proprio come l’abbiamo imparato a scuola?!”. Anche se sa bene che quelle rovine così grandiose sono reali se ne stupisce, prova quel che chiama un “disturbo della memoria”. E’ il caso del “troppo bello per essere vero” o di un appagamento così forte da creare sconcerto; è in chiave psicoanalitica quello che la sindrome di Stendhal è in chiave psicosomatica. Un annichilimento del senso o una violenza sul senso. Potere dell’arte.
cfr. M. Augè, Rovine e macerie. Lo spirito del Tempo, Torino 2004
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