Ricordando le stravaganti ed ermetiche composizioni dell’Arcimboldi e come, per esempio per L’Ortolano o il Bibliofilo, la composizione sia creata con gli stessi oggetti e attributi professionali della loro qualifica, non posso non pensare ad un’immagine, precedente la sua opera, ma che ha una genesi molto simile e che è, ahimè, così attuale oggi.
Spiega Calvesi “un piatto istoriato di Casteldurante del 1536, accumunato dal volgare artificio di tratteggiare le teste come un mazzo di falli. Teste di c…., in altre parole, come spiega, se ce ne fosse bisogno, la scritta a rovescio nel cartiglio del piatto”.
Il piatto, definito Testa de cazi è in ceramica e fu realizzato da Francesco Urbini intorno al 1530, uno scherzo rinascimentale che riflette le esplicite idee sessuali presenti negli scritti dell’Aretino; sul davanti il cartiglio, con un motto arguto e faceto, recita da destra verso sinistra OGNI HOMO ME GUARDA COME FOSSE UNA TESTA DE CAZI.
Anche questa è arte.
cfr. Arcimboldi e l'arte delle meraviglie, Firenze 2008
Beh io ho fatto ceramica e la prof non me lo ha fatto ricopiare, chissà poi il perchè....
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