Bellissimo post dal titolo “L’ambiguità della bellezza” che prende spunto dall’omonimo libro, da poco pubblicato in Italia, di Pavel Evdokimov. Interessante riflessione sulla bellezza, sulla sua valenza salvifica per l’uomo ma dell’inevitabile ambiguità capace di trasfigurare e celare anche il male. La bellezza è verità? Questo la spunto di riflessione dell’articolo…
“Sappiate che l'umanità può fare a meno degli Inglesi, che può fare a meno della Germania, che niente è più facile per lei che fare a meno dei Russi, che per vivere non ha bisogno né di scienza né di pane, ma che soltanto la bellezza le è indispensabile, perché senza bellezza non ci sarà più niente da fare in questo mondo! Qui è tutto il segreto, tutta la storia è qui! » (1). Così Dostoevskij esprime la sua profonda convinzione. Se già per Aristotele la tragedia purifica le passioni, e se per Platone la musica e la poesia virilizzano lo spirito, ciò accade perché la perfezione delle forme non è estranea alla verità e al bene. Ma basta accostare più strettamente la bellezza alla verità e al bene per far sorgere l'utopia estetica, la fede idolatra nel potere teurgico e magico dell'arte. L'arte non è trasfigurativa per il solo potere della Bellezza?…”
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