lunedì 31 maggio 2010

Neuroscienze, Michelangelo e l'eventuale Codice

La Cappella Sistina di Michelangelo è la summa dell'arte rinascimentale e, naturalmente, della dottrina della chiesa cattolica essendo collocata nel suo centro "fisico" e raffigurando l'intera storia dell'uomo, dalla Genesi fino al Giudizio universale, in un complesso programma iconografico unitario formulato dai teologi di Sisto IV, in pieno Quattrocento, e poi seguito dallo stesso Michelangelo molti anni dopo. L'argomento è molto complesso e all'inizio, per togliere eventuali dubbi, vorrei segnalare questo fondamentale testo di Pfeiffer Heinrich. La Sistina svelata. Iconografia di un capolavoro che mostra una nuova Sistina attraverso uno sguardo del tutto innovativo all'iconografia delle pareti laterali dipinte fra gli altri da Botticelli, Perugino, Signorelli e del lavoro michelangiolesco nella volta, nelle lunette e nella parete del Giudizio Universale.
Nella Cappella chiunque, storico dell'arte o meno, vi ha visto qualsiasi cosa: nel Giudizio nel suo complesso, per esempio, vi si è voluto trovare il volto di Michelangelo (del resto già presente nella pelle di San Bartolomeo).
Doliner Roy, studioso d'arte, e Blech Benjamin, rabbino americano, ne I segreti della Sistina, (si legga la Prefazione in pdf) invece, hanno individuato un codice che fa largo uso della simbologia ebraica e neoplatonica. Ecco allora come il profilo del Giudizio Universale ricorda quello delle Tavole della Legge e le dimensioni della Cappella Sistina sono identiche, al millimetro, a quelle dell’«Eichal» del Tempio di Salomone. Nei pennacchi che si trovano ai quattro angoli della Volta, invece, lettere ebraiche formate con gli arti dei personaggi raffigurati richiamando concetti cabbalistici: la Ghimel di gvurà (orgoglio) nel pannello di David e Golia come la Chet di chessed (pietà) in quello di Giuditta e la sua ancella, mentre gambe e dita di Giona formano una Hei che corrisponde al numero 5, quanti sono i libri del Vecchio Testamento. Giona viene raffigurato in un grande pesce, come suggerisce il Midrash, e non nella tradizionale balena della cultura cristiana. Anche nel caso dell’Arca di Noè l’immagine evoca il Talmud perché si tratta di una grande scatola galleggiante. Lo stesso vale per Eva, che nasce non dalla costola ma dal fianco di Adamo. E ancora: il frutto della tentazione sull’Albero della Conoscenza nell’Eden non è la mela della tradizione cristiana ma i fichi, come riportato dal Midrash. Sul perchè di questo "Codice" l’opinione degli autori è che fu una conseguenza delle conoscenze apprese durante l’adolescenza da Giovanni Pico della Mirandola, il più importante cabbalista cristiano del Rinascimento, e da Marsilio Ficino, fondatore della Scuola di Atene, nella Firenze dei Medici dove Cosimo aveva scelto di accogliere e proteggere gli ebrei con il risultato di ospitare eminenti cabbalisti che riscuotevano grande interesse per le conoscenze tramandate dall’epoca del Vecchio Testamento.


In un post precedente (Dio-Cervello) avevo evidenziato come il medico Frank Lynn Meshberger, del St. John's Medical Center in Anderson, in un articolo del 1990 sulla prestigiosa rivista “Journal of American Medical Association” aveva descritto minuziosamente le sorprendenti corrispondenze e somiglianze, a tratti speculari, tra l'anatomia di un cervello umano e il Dio della Creazione di Adamo. In questo caso l'associazione Dio-intelletto è, almeno in apparenza, più condivisibile.

                                
                                

E' notizia di pochi giorni fa, invece, un'altra incredibile scoperta che riguarderebbe le Storie della Genesi e che porterebbe all'individuazione di un vero e proprio Codice negli affreschi michelangioleschi. Questa l'ipotesi di Ian Suk e Rafael Tamargo, esperti di neuroanatomia della John's Hopkins University, pubblicata dalla rivista specializzata Neurosurgery. Il messaggio di Michelangelo Buonarroti sarebbe disegnato nella gola di Dio, proprio nell'affresco dipinto tra il 1508 e il 1512 che illustra la separazione della Luce dal Buio. All'altezza della gola e del collo di Dio che crea la luce il disegno presenta delle irregolarità anatomiche, del resto già evidenti. Mentre il resto dei personaggi sono illuminati tutti a sinistra e dal basso, il collo di Dio è illuminato frontalmente e leggermente dalla destra, e tanto è bastato per attrarre la loro l'attenzione. Hanno ipotizzato che il collo sfigurato di Dio non rappresenti un errore da parte del Buonarroti, ma piuttosto un messaggio. Sovrapponendo il particolare del disegno all'immagine di un cervello visto dal basso i due combaciano perfettamente. Secondo i due esperti poi nella parte centrale della tunica della figura si potrebbe nascondere anche il disegno di un midollo spinale che ascende all'attacco con il cervelletto nel collo di Dio.






Rassegna stampa:

Mind on Canvas: anatomy, signs and neurosurgery in art

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