giovedì 29 aprile 2010

Bill Viola e Michelangelo nella Galleria dell'Accademia


La suggestione del silenzio e della lentezza esalta il dolore persistente e profondo delle immagini che scandiscono i secondi. Non un respiro, lo sguardo teso all’evento. Sensi e spiritualità all’unisono aspettano. Un tempo sospeso, che raggiunge il culmine nel momento in cui la salma bianca fuoriesce dalla cisterna/sepolcro. Il video Emergence di Bill Viola (New York, 1951) propone attimi di stupefacente emozione. Proiettato su un grande schermo che per la prima volta pone fuori dalla vista la statua del David, è mostrato - nei giorni seguenti l’evento inaugurale -in una stanza a lato del grande salone dei Prigioni nella Galleria dell’Accademia fino al 9 maggio.
Il gruppo marmoreo della Pietà restaurata adesso è dialogante e perfettamente consono agli altri marmi che idealmente accompagnano il visitatore al David. E dialoga anche con il video dell’artista contemporaneo, esaltando un percorso e una meta di bellezza.
Bill Viola parafrasa la deposizione e filtra le immagini attraverso la sua pratica contemplativa di vita e di arte. (Fonte: exibart)

Nelle opere di Bill Viola la prassi iconografica risente di importanti modelli della pittura rinascimentale italiana ed europea, anche il repertorio gestuale e musicale, che segna le diverse esperienze dei passaggi nel tempo, pare rievocare un teatro di Pathosformeln della memoria – una lezione warburghiana di cui l’artista risente come da lontano, forse ereditata dalle sue frequentazioni con Frances Yates, come la sua video-installazione Teatro della Memoria (1985) palesemente ricorda. (Fonte: engramma)
In emergence è chiaro il riferimento all'iconografia rinascimentale della pietà; si pensi a quella di Piero della Francesca o a quella di Masolino.






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