martedì 13 aprile 2010

Andrea pozzo - Mirabili disinganni


In occasione del III centenario della morte, Andrea Pozzo (Trento, 1642–Vienna, 1709), religioso della Compagnia di Gesù, figura-chiave dell’arte del XVII secolo, torna protagonista a Roma (a pochi passi da alcuni dei suoi massimi capolavori, nelle chiese di S. Ignazio e del Gesù), grazie alla mostra “Mirabili Disinganni”, che fa il punto su un artista capace di misurarsi con uguale maestria in discipline diverse come pittura, architettura e scenografia (fino ad imporsi come un modello di ‘multimedialità’ oggi più che mai attuale), sempre nel segno di un’attenzione del tutto inedita per le tecniche prospettiche e l’inganno visivo.
Allestita presso l’Istituto Nazionale per la Grafica, che ha di recente acquisito le circa 200 matrici originali per la stampa delle illustrazioni della Perspectiva Pictorum et Architectorum (il trattato di Pozzo che tanta influenza avrà sull’arte dei decenni successivi), l’esposizione ospita – tra le altre opere che arricchiscono le 15 sezioni – bozzetti (straordinari quelli della volta e della finta cupola nella chiesa romana di S. Ignazio), incisioni e schizzi preparatori che testimoniano l’attività dell’artista come pittore di figura e quadraturista; raffinati disegni, provenienti dagli Uffizi, degli scenografici apparati delle “Quarantore”, teatri sacri allestiti nelle chiese dei gesuiti, spettacolari creazioni “effimere” che sono tra le vette dell’inventiva geniale dell’artista; il modello ligneo, di straordinario impatto visivo, eseguito per l’altare di san Luigi Gonzaga sempre a S. Ignazio; senza dimenticare i disegni di architettura, provenienti da una collezione privata e mostrati per la prima volta, che – attribuibili ad un allievo o stretto collaboratore del Pozzo – permettono di sondare la dimensione didattica dell’artista, fondamentale per valutarne l’influenza presso i suoi contemporanei ed oltre.
Un’influenza, quella di Andrea Pozzo, che è possibile riscontrare sia in Italia che nel vecchio continente (con particolare fortuna in Austria e – più in generale – nell’Europa centrale), oltre che in luoghi a prima vista “remoti” come l’America Latina e persino la Cina. Merito della già citata Perspectiva Pictorum et Architectorum, prototipo ante litteram di “globalizzazione culturale”: pubblicata per la prima volta a Roma, tra il 1693 e il 1700, grazie al suo valore didattico e allo splendido corredo iconografico darà i suoi frutti in tutto il mondo, e nei decenni successivi sarà tradotta nelle lingue più importanti della cultura dell’epoca. Non ultimo il cinese, tanto che anche a Pechino, su impulso della corte imperiale, sarà attivo un laboratorio di arte prospettica.
Tema portante della mostra, come di tutta l’opera dell’artista, è naturalmente la prospettiva, che «con ammirabile diletto inganna il più accorto de’ nostri sensi esteriori, ch’è l’occhio». Pozzo la declina in pittura e architettura, raggiungendo con le proprie opere l’apice di una raffinata cultura visiva del barocco, nutrita di uno sperimentalismo che coglie gli impulsi di un rinnovato fervore religioso. L’intento, lungi da una mera volontà di stupire, è di rendere il più possibile verosimile la rappresentazione dell’infinito e del trascendente: l’inganno visivo, acquistando la significanza di metafora, diviene strumento privilegiato di un’arte spiritualmente edificante. Un’arte nella quale l’attenzione per la tecnica prospettica dialoga con le conquiste scientifiche del XVII secolo, specie nel campo delle ‘matematiche miste’ e soprattutto dell’ottica, dove gli scienziati gesuiti offrirono un contributo determinante. Ai visitatori la mostra offre un approccio insolito a questo affascinante mondo del sapere, attraverso la ricostruzione di un vero e proprio laboratorio (con tanto di strumenti matematici e di disegno realizzati sulla base degli originali), sul modello della ‘scuola’ o ‘accademia’ a cui lo stesso Andrea Pozzo diede vita, all’interno del Collegio Romano, istruendo una schiera di confratelli e giovani artisti provenienti da tutta Europa.
La novità di questa mostra dedicata a Pozzo consiste quindi nell’evidenziare attraverso le opere esposte il fruttuoso intreccio tra gli aspetti apparentemente più divergenti della sua personalità: dalla conoscenza scientifica alla perizia pratica efficacemente esplicata nel trattato, fino alla brillante creatività artistica, controbilanciata comunque dalla profonda modestia religiosa propria di un semplice fratello laico della Compagnia di Gesù. la mostra è fruibile fino al 2 maggio. (Fonte).

Dal sito dell'Istituto Nazionale per la Grafica segnalo inoltre questo link dal quale consultare un piccolo ma interessantissimo catalogo sull'artista e le opere esposte in mostra. 


E per chi voglia avventurarsi nei minimi particolari della sua maggiore impresa, la Gloria di Sant'Ignazio rimando a questo sito: www.haltadefinizione.com

Restando in tema di grafica segnalo alla Casa di Goethe la mostra: Piranesi, Rembrandt delle rovine, fino al 17 aprile.

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