Esce finalmente in Dvd lo spettacolo Caravaggio XXI, 21 tableaux vivant dalle opere del Merisi. La compagnia Malatheatre con la regia di Ludovica Rambelli, tra luce e buio, dà vita ai modelli di strada e ai soggetti del genio maledetto. In uno spettacolo di sole immagini e musica, le più belle opere del Merisi si compongono sotto gli occhi degli spettatori, con poche stoffe e oggetti semplici; gli attori danno vita ai modelli di strada e ai soggetti sacri e profani immortalati dal grande artista culminando nell'istante creativo della realizzazione ultima di ogni dipinto. Il video, per la regia di Massimo D'Alessandro, coglie a 360° il processo di trasformazione nella successione dei tableaux vivants dello spettacolo "entrando" nei quadri e cogliendone molteplici e inaspettate angolazioni di prospettiva.
Un mio articolo sullo spettacolo uscito sul sito errecomeroma
Probabilmente solo da una
compagnia teatrale di origine partenopea, quale i Malatheatre, poteva nascere
l’idea di uno spettacolo tanto suggestivo quanto immediato intorno l’opera di
Caravaggio poiché nella loro azione scenica si respira tutta l’anima di una
cultura teatrale che affonda le proprie radici sia nelle esibizioni di strada che
nelle sacre rappresentazioni di carattere popolare. Naturalmente “Caravaggio
XXI” non è solo questo ma una complessa riflessione sui lavori dell’artista
che, più di altri, ha cambiato il modo di raffigurare il corpo umano inteso
quale veicolo di emozioni e di drammi.
Filo conduttore dello spettacolo
è la realizzazione di tableaux vivants
ispirati alle tele del Merisi le quali vengono ricomposte sulla scena in un
continuo fluire di gesti, pose e tessuti. Ancor più del soggetto riproposto,
infatti, la bellezza dell’idea sta nel mostrare la costruzione del quadro da
parte degli attori i quali, grazie ad una perfetta sincronia ed al ricorso di
minimi oggetti, riescono a ricreare, in pochi minuti, i dipinti nella loro più
immediata vividezza. I quadri costruiti si mostrano come nello studio del
pittore, i gesti vivono nello spazio, la luce scolpisce i corpi, la realtà
fisica mostra, inaspettatamente, l’irrompere del sacro.
Non sarebbe eccessivo vedere in
questa ossessione per la composizione vari momenti di tensione che portano ad
un acme il quale si raggiunge nella fissazione dei movimenti e che coincide con
l’opera riproposta. Poiché le opere sono diverse, infatti, il ritmo dello
spettacolo segue una linea ondulatoria fatta dal continuo susseguirsi di
momenti di tensione-preparazione, e di estrema mobilità, e di momenti di stasi
e immobilità che segnano l’acme momentaneo e la quasi miracolosa apparizione
dell’opera. Colpisce di certo l’estrema cura dei “quadri viventi”, l’importanza
dei tessuti per la creazione dello spazio, la bellezza delle pose che non puntano
tanto ad una filologica riproposizione dei gesti dei personaggi quanto al
suggerimento del dramma-evento che si compie sotto i nostri occhi.
Questi ed altri particolari,
inoltre, proprio per il grande impatto visivo non possono non stimolare alcune
riflessioni sull’opera del Caravaggio capace di ispirare ancora oggi ricerche e
sperimentazioni proprio in quanto così rivoluzionaria dal punto di vista
figurativo. Una prima riflessione va al metodo di lavoro del pittore il quale,
quasi certamente, usava una camera oscura nella quale disponeva le figure e le
dipingeva dal vero, vedendole riflesse in una sorta di specchio. I tableaux vivants, così, rimandando
inconsciamente a tale pratica, sono utili strumenti per comprendere e vedere
fisicamente questo criterio di lavoro. Una seconda riflessione va al valore dei
tessuti, magistralmente usati nello spettacolo, in quanto sono tra gli oggetti
più significativi adoperati dal pittore per abbellire la scena ma, soprattutto,
per veicolare la luce e creare lo spazio tra i personaggi. In assenza di
paesaggio e di altre indicazioni di luogo sono le stoffe, con le loro pieghe e
colori accesi, a creare distanze, quinte e prospettive. Un ultimo pensiero,
infine, va alla forte valenza dei gesti ed al ricorso, nelle opere, a
specifiche formule di pathos capaci da sole di trasmettere emozioni in quanto
universalmente riconosciute. Parlando col regista riguardo lo spettacolo il
quale, prima di venir registrato, è stato portato letteralmente in piazza, tra
i vicoli e le chiese di Napoli, con molta sorpresa ho appreso come gli anziani
dei Quartieri Spagnoli, di solito lontani dal mondo dell’arte, osservando questi
quadri viventi riconoscevano non l’opera bensì i santi che venivano riproposti,
segno dell’enorme valenza dei gesti e delle iconografie e della bravura degli
attori. Questo particolare ritengo valga da solo a rendere l’effettiva validità
dell’operazione compiuta dal gruppo la quale, prima che teatro, si pone come
autentica ed efficace esperienza estetica.
Il video girato dal regista
Massimo D’Alessandro non è che una registrazione dello spettacolo curato da
Ludovica Rambelli; l’effetto non può essere lo stesso che dal vivo ma il
sapiente uso della fotografia e la possibilità, grazie alla macchina da presa,
di moltiplicare scorci e punti di vista rendono la riduzione cinematografica
altrettanto valida e suggestiva.
Sarebbe bello se l’opera,
attualmente non in cartellone, venisse riproposta a Roma, nei luoghi del
Caravaggio, magari in concomitanza con le celebrazioni dei 400 anni della sua
morte. Sarebbe un degno modo per rievocare e far riflettere sull’opera dell’artista che, più di altri, ha
lasciato un segno nella storia dell’arte.
Tommaso Evangelista
Interpreti: Gaetano Coccia, Adriana Del Duca, Dora De Maio, Francesco De Santis, Chiara Giuliani, Francesca Lugnano, Mauro Milanese
Musiche di Bach, Mozart, Sibelius, Vivaldi
Regia teatrale di Ludovica Rambelli
Regia cinematografica di Massimo D'Alessandro
Durata video: 40 minuti
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