L’oscurità di Caravaggio deriverebbe dal Lomazzo. Interessante colta e leggera biografia dell’artista quella scritta dall’ex sovrintendente di Roma Claudio Strinati e uscita recentemente da Arte’m. Lo storico dell’arte mischiando ricordi, impressioni, studi, incontri con i maggiori studiosi (Zeri, Longhi, ecc.) traccia in poche pagine un mirabile sunto dell’esperienza artistica e umana dell’artista palesando questa probabile chiave interpretativa.
Naturalmente riscontri storici e documentari non ci possono essere ma il Caravaggio, durante il suo periodo di formazione a Milano presso la bottega di Peterzano, entrò sicuramente in contatto col Lomazzo, mediocre artista ma eccellente teorico diventato tale solo una volta caduto nella cecità più completa. La sua Idea del tempio della pittura, l’opera più metafisica, offre una descrizione della natura umana e della personalità sullo schema della teoria dei quattro temperamenti, contentente spiegazioni sul ruolo dell'individualità nel giudizio e nella invenzione artistica. Nel testo la Pittura è descritta come un tempio le cui colonne sono i Sette Governatori dell'Arte: Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Polidoro da Caravaggio, Andrea Mantegna, Tiziano, Gaudenzio Ferrari. Nell’oscurità il Lomazzo faceva teoria e probabilmente al Caravaggio restò, come impressione, la sua speculazione sul buio.
“Caravaggio imparò che il pittore può pensare il buio e essere, nel contempo, uno che vede meglio di ogni altro. Chi non vede avendo conosciuto il bene della vista, sa rappresentare anche la dimensione della cecità, del buio e della incomprensione carica di pietà. Una sfida immane... Nacque a Milano nel 1571 e morì a Porto Ercole nel 1610. Ebbe innumerevoli seguaci italiani e stranieri. Il termine caravaggismo è ancora adesso utilizzato e ha un significato intuitivo". (Claudio Strinati).
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