martedì 5 giugno 2012

Arte e Cibo

Natura morta - Georg Flegel (1632)
Dal sito Taccuini Storici - rivista multimediale di alimentazioni e tradizioni un'interessante sezione dal titolo Arte e Cibo raccoglie una serie di articoli esplicativi sul rapporto tra gli alimenti, la loro presentazione e le opere d'arte con riferimenti all'iconografia. Si scopre per esempio che in diversi ricettari è riportato il pasticcio della convivialità medioevale che ebbe maggior successo: la “testa di monaco”. Non si trattava di una testa, ma di una costruzione bizzarra simile ad un castello, sembra ispirata agli inconfessati peccati di gola dei prelati, e composta a base di tagliatelle, lasagne, ravioli, miele, uva passa, datteri, nocciole, cipolla soffritta. O che verso la metà del XVI sec. a Firenze, come narra il Vasari , fu fondata la "Compagnia del Paiuolo", cui aderirono dodici artisti (fra i quali Andrea del Sarto, il Varchi, il Firenzuola). Lo scopo era quello di stupire i commensali con piatti particolari e rime poetiche a frittate, salsicce, poponi e zuppe. Che la frutta secca rimanda al Matrimonio, Provvidenza, incarnazione di cristo, Trinità o che nell’esegesi biblica l’aceto simboleggia la mente corrotta, per essere il frutto della corruzione del vino, l’inganno, la frode, ciò che il diavolo elargì al popolo dei giudei. Esso rappresenta inoltre l’empità.

Natura morta con olio e aceto - J.B.S. Chardin (1769)


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